di Daniela Buonocore
L’Italia, come tutti gli altri Paesi europei, ha tra le mani una grande miniera d’oro chiamata Raee, ovvero quelli che sono comunemente noti come rifiuti elettronici. Tale spazzatura, potrebbe in realtà diventare una fonte di determinazione economica ed ecologica per la nostra nazione, ma l’Italia sembra non essere ancora pronta. Purtroppo non vi è una grande cultura in materia, e neppure una buona dose di informazione collettiva, così tale opportunità viene pertanto sprecata perdendo quelle che sono le possibilità economiche facendo calare il tasso di riciclo. Solo l’anno scorso, infatti, il tasso di riciclo era al 34,56%. L’utilizzo degli elettrodomestici, è una produzione destinata a crescere poiché la vita odierna ci rende sempre più soggetti dipendenti da essi, ma una volta cessato l’utilizzo, se quest’ultimi non vengono smaltiti correttamente, possono rappresentare un impatto devastante sull’ ambiente. In tutti i Paesi europei i rifiuti elettronici vengono riciclati rendendo riutilizzabili i vari metalli in essi integrati, rappresentando una preziosa risorsa economica, in Italia invece, nella maggior parte dei casi, i Raee non vengono recuperati tanto da farci aggiudicare un dato vergognoso se si considera che il target europeo dal 2019 del 65% è diminuito notevolmente lo scorso anno, sfiorando il 34,56%. Questa situazione di stallo deriva anche dall’esplosione dell’ Open Scope, entrato in vigore nell’agosto del 2018, che ha esteso gli obblighi dei produttori a tutte le aree, eccetto tutte quelle esplicitamente escluse dalla Direttiva, e dall’aumento delle vendite di apparecchiature domestiche nel periodo della pandemia, tanto che negli ultimi mesi, c’è stato un aumento di vendita di circa 450mila tonnellate di apparecchiature. Sempre lo scorso anno, gli impianti hanno recuperato 510.367 tonnellate di rifiuti elettronici ed elettrici con una notevole misura dei grandi bianchi come lavatrici, stoviglie e stufe elettriche ma anche di R1, cioè frigoriferi, condizionatori e congelatori. Non meno rilevanti i dati ottenuti dalla vendita di televisori e apparecchi con schermi specialmente a seguito dell’erogazione del Bonus TV. Ovvio che il divario di riciclo degli elettrodomestici tra nord e sud è considerevole, tanto che a nord ci sono 739 impianti di trattamento Raee, mentre al sud ne sono soltanto 175.
Bisognerà pertanto trovare posti adatti dove ricreare nuovi impianti e utilizzare ogni tipo di risorsa economica possibile per l’attuazione di essi, al fine di poter tutelare l’ambiente e smaltire al meglio tali rifiuti, ricavando così una grande miniera d’oro economica ed ecologica.