di Daniela Buonocore
Ad oggi accrescono sempre di più i casi di persone che sono costrette a vivere in uno stato vegetativo, senza sapere se e quando potranno risvegliarsi. L’associazione Coscioni pertanto propone un cammino verso la legalizzazione dell’eutanasia, richiedendo un quesito referendario su quest’ultima, ma la Corte costituzionale, riunitasi ieri in Camera di Consiglio, ha discusso sulle inammissibilità del referendum denominato abrogazione parziale dell’articolo 579 del codice penale, (omicidio del consenziente).
La Corte ha quindi ritenuto inammissibile il quesito referendario, poiché non sarebbe preservata la tutela per la vita umana con particolare riferimento alle persone deboli. L’associazione Coscioni non si dà per vinta: “abbiamo perso una battaglia ma non la guerra, il cammino sarà più lungo e tortuoso per molte persone già provate e sofferenti, ma la strada è segnata, ci rivolgeremo anche alle forze politiche e parlamentari”, questa è la nota lanciata da Coscioni. Nel frattempo è già prefissato un prossimo appuntamento e Marco Cappato, anche lui appartenente all’associazione, che dice di voler continuare ad utilizzare altri strumenti, come le testimonianze di per Piergiorgio Welby e dj Fabo: “opteremo per la disobbedienza civile e per i ricorsi contro l’eutanasia clandestina”. Forti le parole di Mina Welby, che si dichiara delusa:
“sono sempre le persone più vulnerabili quelle meno ascoltate”. Tante opinioni diverse in merito, ma ciò che è importante, in realtà, è non confondere l’eutanasia con il suicidio assistito, che restano due cose distinte e separate; in questo caso si vuole dare l’opportunità di scegliere tra l’offerta terapeutica e la possibilità di morire dignitosamente. Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, chiede alle altre forze politiche di sollecitare e portare avanti questo progetto sull’eutanasia, precisando che già in passato è stato presentato un testo in merito alla questione, con l’imperativo morale di dare una risposta al Paese e alle persone che chiedono procedure chiare, trasparenti ed irreversibili. Lo stesso Salvini si dichiara dispiaciuto per la bocciatura di tale referendum. Non è semplice trovare un punto d’incontro tra la scienza e l’etica e bisogna prestare molta attenzione a non intaccare la suscettibilità di nessuno, perché in questo caso si parla di un valore che ha la stessa importanza della vita. C’è qualcuno che sostiene questo progetto dicendo: “se non siamo liberi di scegliere se nascere, potremmo almeno decidere di scegliere quando morire?”
La Corte ha quindi ritenuto inammissibile il quesito referendario, poiché non sarebbe preservata la tutela per la vita umana con particolare riferimento alle persone deboli. L’associazione Coscioni non si dà per vinta: “abbiamo perso una battaglia ma non la guerra, il cammino sarà più lungo e tortuoso per molte persone già provate e sofferenti, ma la strada è segnata, ci rivolgeremo anche alle forze politiche e parlamentari”, questa è la nota lanciata da Coscioni. Nel frattempo è già prefissato un prossimo appuntamento e Marco Cappato, anche lui appartenente all’associazione, che dice di voler continuare ad utilizzare altri strumenti, come le testimonianze di per Piergiorgio Welby e dj Fabo: “opteremo per la disobbedienza civile e per i ricorsi contro l’eutanasia clandestina”. Forti le parole di Mina Welby, che si dichiara delusa:
“sono sempre le persone più vulnerabili quelle meno ascoltate”. Tante opinioni diverse in merito, ma ciò che è importante, in realtà, è non confondere l’eutanasia con il suicidio assistito, che restano due cose distinte e separate; in questo caso si vuole dare l’opportunità di scegliere tra l’offerta terapeutica e la possibilità di morire dignitosamente. Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, chiede alle altre forze politiche di sollecitare e portare avanti questo progetto sull’eutanasia, precisando che già in passato è stato presentato un testo in merito alla questione, con l’imperativo morale di dare una risposta al Paese e alle persone che chiedono procedure chiare, trasparenti ed irreversibili. Lo stesso Salvini si dichiara dispiaciuto per la bocciatura di tale referendum. Non è semplice trovare un punto d’incontro tra la scienza e l’etica e bisogna prestare molta attenzione a non intaccare la suscettibilità di nessuno, perché in questo caso si parla di un valore che ha la stessa importanza della vita. C’è qualcuno che sostiene questo progetto dicendo: “se non siamo liberi di scegliere se nascere, potremmo almeno decidere di scegliere quando morire?”