Qualcuno disse: “l’uomo è fondamentalmente infelice perché è una bestia a cui non è consentito comportarsi come una bestia.”
Non si tratta però di infelicità, ma di profonda frustrazione.
L’uomo è frustrato perché non gli è permesso di aderire completamente al suo stato bestiale e realizza davvero se stesso quando retrocede di secoli e finalmente rientra in contatto con la sua essenza animale.
Nessun raziocinio, nessuna capacità di empatizzare, nessun valore a cui ispirarsi.
L’uomo moderno ha abbandonato ogni forma di virtù, sprofonda sempre più in una melma di vizi, che lo soffoca, che ammazza chi gli sta intorno.
Ecco come l’insieme organizzato di individui che, per definizione, dovrebbe essere la società, diventa una marmaglia indisciplinata, viziata e crudele.
Vi sono due forme di crudeltà, una consapevole e ragionata, agita con cognizione di causa, ed una completamente casuale, esercitata con estrema leggerezza e senza alcuna consapevolezza.
La prima è agghiacciante, la seconda rappresenta la fine della società stessa.
La seconda trova la sua massima espressione nella morte di un bambino di cinque anni, che probabilmente, a breve, si sarebbe ritrovato a fare castelli di sabbia sulla spiaggia, che non ha avuto l’opportunità di costruire nemmeno un castello in aria, perché per sognare bisogna sopravvivere, ma anche contrastare, lo stato di profonda inciviltà in cui versa la nostra società. Lui, invece, ne è stata una vittima.
I carnefici sono i The Borderline, un gruppo di ragazzi che hanno trovato la loro realizzazione attraverso la pubblicazione di video su YouTube, siparietti in cui provano a realizzare i loro sogni più assurdi. Quei sogni che non hanno nulla a che fare gli ideali, l’ambizione ed un animo romantico, ma piuttosto con la necessità di essere al centro dell’attenzione, di intrattenere con poco, di occupare tempo.
E invece questa volta il tempo si è fermato. Il tempo di un piccolissimo uomo ancora inconsapevole dei macabri meccanismi che ruotano intorno alle visualizzazioni, a manciate di like e qualche sgrammaticato commento. Il tempo di una famiglia per sempre incompleta. Il tempo di chi si è preso qualche istante per riflettere sul fatto che, quando l’evoluzione si trasforma in involuzione, non c’è più salvezza per nessuno. Molti altri, quel tempo, se lo sono presi per iniziare a seguire il canale YouTube incriminato, per parlare di “bravata adolescenziale”, per diventare lancette di un orologio che ha iniziato a ticchettare all’incontrario.
di Susanna Russo
Fonte foto: La Capanna del Silenzio