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giovedì, 21 Novembre, 2024

Quando i cartoni animati divntano un pericolo

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Dopo la pandemia la tecnologia è diventata parte integrante della quotidianità di adulti e bambini. Per quanto questo passaggio possa essere stato necessario e sbalorditivo, e quasi ci gratifica ad osservare come i nostri piccoli siano diventati tanto rapidi quanto abili nella navigazione su smartphone e tablet, non bisogna mai perdere di vista il pericolo che si nasconde dietro all’uso di determinati sistemi tecnologici. 

Dai dati raccolti è emersa una situazione molto più preoccupante di quanto si possa immaginare, infatti l’utilizzo della tecnologia non sempre viene gestito con cura, tanto  che spesso di parla di “ciucciotto digitale”. Molte famiglie, infatti, utilizzano social, cartoni, (etc.), per tenere buoni ed impegnati i propri bambini mentre loro svolgono qualsiasi altro tipo di attività o, più semplicemente, per calmarli.

Il vero problema non sta nell’utilizzo degli strumenti tecnologici in sé, ma nello scarso monitoraggio da parte delle famiglia.

A tutto ciò si  associa il fenomeno “ElsaGate” che prende il nome proprio da Elsa, la protagonista del film animato Frozen e da “gate”, che in America viene utilizzato per definire il termine “scandalo”. 

Con ElsaGate si identifica la ricerca che i ragazzi e i bambini fanno proprio per seguire i contenuti e i video degli stessi protagonisti dei loro cartoni animati preferiti, senza sapere però che molti utilizzano gli stessi nomi per divulgare scene di violenza, atti sessuali, droga, alcol e quant’altro.

L’ElsaGate è diventato il problema forse più preoccupante per gli psicologi e i pediatri di tutto il mondo: il genitore non riesce spesso ad arrivare immediatamente alla fonte del problema e molti bambini vivono senza raccontare l’accaduto ai propri genitori, presentando, nel frattempo, situazioni di disagio che vanno dagli incubi notturni, problemi alimentari e sociali. 
Talvolta, il tutto emerge grazie all’aiuto di personale qualificato, che insieme alla famiglia, arriva alla fonte del problema.

Si necessita una maggiore attenzione e controllo sulle attività dei minori.

di Daniela Buonocore 

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