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venerdì, 22 Novembre, 2024

Profughi e “Profugopoli”. Il nuovo libro del giornalista Mario Giordano

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Oggi, sabato 2 aprile, al Teatro Manzoni di Milano gli esponenti di Forza Italia, Fabio Altitonante e Pietro Tatarella hanno presentato ‹‹Profugopoli››, libro-inchiesta del direttore del Tg4 Mario Giordano.
Tema molto importante, soprattutto ultimamente poiché la Prefettura di Milano ha aperto un bando per ospitare 4500 profughi; l’anno scorso lo stesso bando era stato aperto per soli 800 profughi. A causa della chiusura delle frontiere di alcuni paesi europei, analizza Pietro Tatarella, l’Italia subirà ancora di più l’ondata del fenomeno migratorio.
Il primo a prendere parola è Pietro Tatarella, consigliere comunale di Milano, che riferisce alcuni dati circa la situazione milanese per quanto riguarda i profughi. “Sono andato a visitare alcuni centri di prima accoglienza e alcune fondazioni. Mi hanno spiegato i volontari e alcune cooperative che si occupano dell’accoglienza che su 100 persone che arrivano nel nostro paese solo il 10% circa sono effettivamente profughi. Coloro che hanno diritto al riconoscimento di rifugiato politico, su 100 sono 20 che effettivamente scappano da paesi di guerra e da situazioni drammatiche che vediamo ogni giorno in televisione; il restante 80 sono clandestini.”
Viene seguito uno specifico iter per la richiesta di asilo che dura 3 anni, ma che dovrebbe terminare molto tempo prima, quando viene respinta la richiesta e rimpatriare i clandestini. Ma loro già sanno che devono fare ricorso. E i cittadini italiani, con i famosi 35€ al giorno, pagano le spese dei loro ricorsi.
Dati che fanno intuire il business che c’è dietro a questo fenomeno, è evidente come alcune persone si arricchiscono dietro a questo fenomeno, ma è anche notevole il fatto che in molti hanno la voglia di aiutare il prossimo, nonostante i numerosi “furbi”. Elementi che vengono denunciati nel libro di Mario Giordano.
Successivamente prende parola anche l’altro esponente Fi, Fabio Altitonante, che integra i dati forniti da Tatarella. “Immigrati clandestini, perché è così che noi li dobbiamo chiamare, nel 2015 erano 150 mila. Lo stato italiano, Noi, il popolo ha speso 3.3 miliardi di euro, i famosi 35€ al giorno! E se andiamo ad analizzare l’ultima legge di stabilità, per gli 8 milioni di italiani in difficoltà, sono stati stanziati 600 milioni di euro, non ancora finanziati in mancanza di decreti attuativi.”
Continua il coordinatore di Forza Italia a Milano, affermando che tramite un’opposizione dura su giornali e in televisione, come quella attuata per i villaggi expo, si può arrivare a efficaci risultati
All’incontro era presente anche Mariastella Gelmini, coordinatore regionale, che subito dopo ringrazia i due esponenti Fi.
“Tatarella ha fatto in questi anni in consiglio comunale a Milano un opposizione seria costruttiva, ma senza sconti ad una giunta, come una giunta Pisapia che è passata da una rivoluzione arancione ad un incubo arancione.”
Prosegue con il definire il libro di Mario Giordano, un libro coraggioso e 12512241_1020607481327276_8230418898014355756_npungente, che va contro corrente, e che nonostante le difficoltà riesce a rivelare i diversi “furbetti” della finta accoglienza.
“Il libro è un’occasione che il direttore ci dà per guardarci allo specchio e per capire, in tempo di crisi e di terrorismo, quali sono gli errori che come italiani e come occidentali stiamo facendo.”
Veniamo messi di fronte a dei concetti che ci vengono dati dalla sinistra ma che non sono stati interpretati, bensì applicati: il tema dell’accoglienza e quello sull’integrazione.
Da un lato è sì, giusto, accogliere chi scappa dalla guerra, ma non dobbiamo confondere profughi con immigrati clandestini. Ma fondamentalmente è sbagliato dimenticare i 5 milioni di italiani di cui nessuno parla, coloro che vivono sotto la soglia di povertà.
Il valore fondamentale di questo libro-inchiesta è soprattutto richiamare tutti ad un’assunzione di responsabilità, al dovere di difendere la cultura dell’occidente. Una cultura sì dell’accoglienza, ma è anche una cultura della vita, del rispetto della persona contro un estremismo islamico che vuole trasmettere la cultura della morte.
“Non dobbiamo confondere quindi i moderati islamici con i terroristi, e Milano è una città che offre a tutti opportunità, è una città meritocratica”, conclude Mariastella Gelmini “ma ciò non vuol dire ridurre alcune zone di Milano in condizioni in cui l’assenza di Pisapia e della sua giunta ha ridotto interi quartieri.”
Inizia quindi l’intervista condotta da Licia Ronzulli a Mario Giordano riguardo “Profugopoli”. Inizia appunto col chiedere del titolo, come quel suffisso, -opoli, rimanda ad un altro scandalo. Desinenza che trasforma un sistema sano ad un sistema malato, la domanda che quindi viene posta è “Anche con i profughi siamo riusciti a deviare il sistema?”. “Non anche, ma SOPRATTUTTO”, risponde il giornalista siamo riusciti a trasformare questo sistema, a causa di coloro che si nascondono dietro un finto buonismo e una finta solidarietà, questi sono coloro che azzardano anche a dare lezioni ad altri, accusandoli di essere i cattivi e loro i buoni perché “Accogliamo tutti”, ma è solo con un finto buonismo che si riesce a rubare meglio.
Diverse le domande che vengono poste al giornalista in cui esplica bene la sua denuncia su coloro che si arricchiscono con il business degli immigrati, persone che speculano su una tragedia umana, fatturando affari da milioni di euro.
Vengono fatti diversi esempi di soggetti coinvolti in questa emergenza: società che organizza corsi per buttafuori e addetti alle pompe funebri, persone che accolgono profughi e li fanno vivere in condizioni pessime per poterci guadagnare sopra.
Si parla di accoglienza e solidarietà, ma dietro a ciò nascono industrie sulla disperazione altrui.
Ed ecco che, quatti quatti, entrano in gioco gli specialisti dei buttafuori e delle pompe funebri: si può lasciare perdere un affare del genere? Macché. Business is business. E al Csfo di business se ne intendono eccome. S’intendono di business, si capisce, ma non certo di accoglienza. E perciò cominciano subito i problemi. I 50 immigrati vengono piazzati in una ex colonia alpina nel Comune di Schio (Vicenza), il centro di Pian delle Fugazze, che da quel momento sale all’attenzione delle cronache locali. Le condizioni in cui vengono tenuti i profughi, infatti, sono al limite dell’indecenza. E forse anche oltre il limite. Un piccolo estratto del libro di Mario Giordano che, come viene ribadito durante la conferenza, dovrebbe far riflettere su quel determinato comportamento buonista che spesso viene adoperato per scopi completamente differenti dall’accoglienza e dall’aiuto del prossimo.
AUGUSTA DI FUSCO

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