È stato arrestato in Francia, presso la stazione ferroviaria di Marsiglia, su un autobus proveniente da Amsterdam l’attentatore che, sabato 24 maggio, ha spezzato la vita di quattro persone a colpi di Kalashnikov all’ingresso del museo della cultura ebraica di Bruxelles. Si tratta di un giovane 29enne, francese ma di origini nordafricane: Mehdi Nemmouche.
Già conosciuto alle autorità francesi, e segnalato dagli stessi servizi segreti di Parigi, Mehdi aveva partecipato alla guerra civile siriana a fianco dei jihadisti di cui faceva, palesemente, parte. Al momento dell’arresto, aveva ancora con se, in un borsone, il fucile d’assalto e la pistola che ha utilizzato per compiere la strage.
Domanda: come mai un terrorista, già segnalato dai servizi segreti, è stato in grado di trovare un’arma, non una cerbottana, ma un Kalashnikov, organizzare una strage, prendere un pullman e recarsi nella capitale belga, uccidere, riprendere un pullman, andare ad Amsterdam e da li riprendere un altro mezzo e tornare nella sua città? Come mai questo tizio, un terrorista islamico, non era controllato dalle autorità preposte? Distrazione? Non credo.
A questo punto, e senza ombra di dubbio, la sinistra francese al potere con Hollande, è moralmente colpevole di quella strage; anzi quella strage, le sinistre europee, forse l’hanno aspettata con ansia, sperata. Perché? Semplice, per sventolare quello spauracchio dell’antisemitismo che si annida nei partiti di destra antieuropeista che in realtà non esiste. L’antisemitismo, semmai, si annida proprio in quelle forze politiche che sostengono la lotta contro l’antisemitismo.
Non esiste, a mio avviso, peggior antisemita del semita che non vuol vedere, sentire, capire. Non mi sono meravigliato di sentire commenti da parte di molti ebrei, alcuni anche, potremmo definire, pilastri delle proprie comunità ebraiche, lasciarsi andare a dichiarazioni che colpevolizzavano quei partiti che, la stampa prezzolata e non indipendente e i movimenti europeisti, definiscono di destra xenofoba, che poi, ripeto, xenofoba non è.
Sembra quasi di rivivere quegli anni in cui le comunità ebraiche europee, vedevano l’avanzare del nazional-socialismo e non si rendevano conto che a breve una micidiale mannaia si sarebbe abbattuta contro di loro, talvolta persino accettando le deportazioni, i ghetti e le confische dei propri beni.
Non essere di sinistra non vuol dire essere razzisti e per questa ennesima strage, che ha visto coinvolti quattro innocenti, di cui due di nazionalità israeliana, ringraziate il buonismo dei politicamente corretti (o corrotti) socialisti francesi, che, se avessero controllato Mehdi si sarebbero sentiti razzisti, intanto quattro innocenti sono morti.
Merci president Holland.
Gian Giacomo William Faillace