di Martina Grandori
A volte fare i paralleli e trovare somiglianze fra epoche diverse può essere un azzardo non da poco, specialmente se i protagonisti di questo confronto sono i roaring twenties americani, les année folles di Parigi con quello che dovrebbe essere lo scenario post pandemia per la maggior parte del mondo. Un’ottimismo quasi irreale il primo pensiero. E invece no. Secondo Nicholas Christakis – autore di bestseller, medico, sociologo ed esperto di salute pubblica, docente di Yale – ci sarà un tempo di rinascita post Covid all’insegna di un grande fermento culturale e artistico, e, ovviamente, da una marcata ripresa economica. È paragonabile ad una guerra questo virus, una guerra che ha travolto il mondo come accadde con la Prima guerra mondiale seguita nel 1918 dalla Spagnola, più mortale, da cui però l’Europa è ripartita. Parigi era la culla del rinascimento e del fermento culturale: intellettuali, pittori, scrittori, registi, stilisti e ballerine come Joséphine Baker fanno della capitale francese un circolo di mondanità liberale e libertina che non si ripeterà più nella storia. L’America andava a tutta velocità con i suoi tycoon che avrebbero dato il là all’economia del Novecento, mentre Francis Scott Fitzgerald stava andando in stampa con il suo capolavoro, Il grande Gatsby, allegoria per eccellenza del magnate americano, delle sue ricchezze, dei suoi sfarzi e di quella vita a ritmo di jazz. La Prima guerra mondiale era finita da poco, la voglia di tornare a vivere era nell’aria e contagiosa.
Nel suo libro La freccia di Apollo. L’impatto profondo e duraturo del coronavirus sulle nostre vite (edito da Il Pensiero Scientifico), Nicholas Christakis esplora tutte le implicazioni del vivere in un’epoca di pandemia, come le malattie infettive di fatto modificano le nostre esistenze all’insegna soprattutto della non socialità, spingendo così l’umanità a momenti di grande riflessione, per alcuni anche un riavvicinarsi alla fede.
Ma come afferma nel suo volume Christakis, una pandemia ha anche un inizio ed una fine e quando è il momento di quest’ultima, le persone hanno solo voglia di spensieratezza e un pizzico di superficialità, di lasciarsi alle spalle dolori, lutti e sofferenze, il Covid è stata la pandemia delle morti senza affetto, delle morti in solitudine, dell’abbandono senza possibilità di scelta. Dopo questi anni di privazioni, di incertezze – si parla di 2024 come effettiva ripresa – ci sarà quindi un richiamo all’euforia, al benessere, una grande espansione industriale. Tutto si inverte, se ora sono solo recessione e paura, fra qualche tempo l’euforia sarà nell’aria.
Sancire se la tesi di Christakis sia veritiera o meno, di certo non è possibile, 15 mesi di lockdown e di atrofia sociale, culturale ed energetica hanno certamente cambiato abitudini di vita e desideri del mondo e hanno riportato forzatamente e tristemente molte donne al focolare, perdendo il loro biglietto per la libertà, ossia il lavoro.
Chi saranno quindi i nuovi Gatsby post Covid? Difficile stilarne un identikit, purtroppo già prima del Coronavirus il fermento intellettuale era ben lontano da quella divina follia francese di Kiki De Montparnasse.