E’ sempre andata un po’ in questo modo, in Italia. Si pensa a sistemare le cose quando è troppo tardi. Mai come prima, da due anni a questa parte, è iniziato il monitoraggio dei ponti, delle numerose infrastrutture che dominano in Italia. E nonostante si siano intensificati i controlli per la sicurezza e per la stabilità dei ponti, questi ultimi continuano a cadere e a fare vittime.
– di Alessandro Milani, La Critica.
Due sono le tragedie che mi sono rimaste più nella mente, generandomi la tristezza nel cuore: il crollo del ponte di Annone di Brianza (LC) sulla superstrada Milano-Lecco, due anni fa e il recente e terribile crollo del ponte Morandi dell’autostrada, nella città di Genova. Credo che tutti quanti dobbiamo fare una seria riflessione su questo tema. In primo luogo, pensiamo a quante vite innocenti si sono spezzate, quanti sogni infranti, quante famiglie distrutte dal dolore, per la perdita di un amico o di un parente. Siamo nel 2018 e si muore ancora per queste cose? E’ davvero possibile? Ero a Lecco a lavoro quella sera e alcuni colleghi iniziarono a diffondere la triste notizia del crollo del ponte cavalcavia sulla superstrada ad Annone. Quante volte sono passato sotto quel ponte, ho pensato. Il giorno seguente ho letto che la vittima era un uomo dinamico, in pensione ma che amava il calcio e lo sport, a tal punto che seguiva una squadra di calcio e donava il suo tempo libero, con passione e per aiutare i ragazzi più giovani. La famiglia potrà essere risarcita, forse, ma cosa importa? Chi riporterà loro quell’uomo tanto dinamico, volenteroso e pronto a fare qualcosa di bello per gli altri? Era così difficile evitare quella tragedia? Errori umani, inammissibili. Forse perché a volte, siamo un po’ individualisti e pensiamo troppo a noi stessi, affermando: “tanto ci penseranno gli altri, non tocca a me questa cosa”. Quando cadono calcinacci, quando vediamo le giunture dei ponti marce, quando vediamo le murature vecchie e usurate, forse ci sarà qualcosa che non funziona? Forse ci sarà qualche manutenzione urgente da fare? Continuiamo a tagliare in questa società moderna, dobbiamo risparmiare! E intanto i ponti nel 2018 ancora crollano e continuiamo a voler risparmiare sulla sicurezza di noi tutti, continuiamo a non voler capire e a far finta di nulla. Proviamo ogni tanto a riflettere. Fermiamoci un momento ad analizzare la situazione e siamo meno individualisti. Alcune infrastrutture dell’epoca romana sono ancora in piedi, dopo più di duemila anni. I ponti non sono come quadri appesi al muro, che lì restano, se non li spostiamo. I ponti sono costruzioni dell’uomo, che hanno una “vita” e non eterna: occorrono manutenzioni adeguate e ripetute nel tempo, affinché la loro stabilità e sicurezza non vengano improvvisamente meno. Se agissimo di più e non ci perdessimo nelle mille e inutili carte burocratiche, molte delle nostre moderne costruzioni sarebbero ancora in piedi e molte persone sarebbero ancora vive.
Alessandro Milani