1814 – Congresso di Vienna
Si pongono le basi per i nazionalismi
1914 – L’Europa alla fine di un’epoca e sull’orlo di un baratro.
I nazionalismi vengono portati alle estreme conseguenze.
2014 – L’Europa di fronte a grandi incognite, alcune delle quali potrebbero essere tragiche.
I nazionalismi sono forse al tramonto.
Se cerchiamo di guardare con occhio distaccato a noi ed all’Occidente in genere ci sembra di poter dire che manchino leader dal carattere forte in grado di imprimere una direzione ai nostri Paesi e di difendere ciò che rappresentiamo e ciò che siamo.
Non abbiamo un John Fitzgerald Kennedy o, meglio ancora, un Reagan che siede alla Casa Bianca, ma un re tentenna, che combina guai per il mondo come e forse di più di un altro Presidente Americano, Carter.
Su questa sponda dell’Atlantico non c’è una Thatcher, (i Britannici, per l’occasione, ci sembrano piuttosto defilati) o un Kohl.
Nel contempo, anche i valori Occidentali sono piuttosto in crisi e vengono contestati, specificatamente dagli Islamici. Il che ci fa interrogare se la mancanza di leader dipenda dalla crisi di valori oppure viceversa. Non abbiamo in verità una risposta.
Sicuramente sono stati fatti nel recente passato degli errori, quando, per esempio, non venne offerta alla Russia, anche se era stata ventilata, la possibilità di entrare nella U.E. in un momento in cui questa nazione era rimasta spaesata dopo la caduta del Muro, perdendo forse così l’occasione di “europizzarla”.
Nel quadro di valori andati i crisi, c’è da mettere in elenco l’Unione Europea.
Secondo noi l’errore che ha messo in crisi questa istituzione è stato fatto quando si è decisa, per mancanza di coraggio, di fare solo l’Unione Monetaria senza quella politica, creando in questo modo una entità zoppa, non avendo una guida comune per economia e finanza.
Così, forse inevitabilmente, come tutte le volte in cui ci sono in ballo i danari, senza un contrappeso politico di dimensione Europea, gli egoismi ed i tentativi di “fare i furbi” hanno cominciato ad emergere. É forse venuto a mancare l’obiettivo comune unificante e trainante.
A causa di ciò, a dispetto a quello che era stato detto, ossia che l’Euro era il prodromo alla unione politica, non ci pare siano stati fatti grandi passi avanti in questa direzione, anzi.
Ci sembra che così l’idea di Europa dei padri fondatori, che oltretutto ci ha permesso un periodo di prosperità e pace abbastanza lungo, sia stata snaturata.
Se è pur vero che la Storia non si ripete sempre uguale analogie con il passato.
Infatti il nostro pensiero va al 1929, quando scoppiò una profonda crisi economica mondiale generata da Wall Street che durò molto a lungo e che si risolse solo con la Seconda Guerra Mondiale; nel 1936-1938 ci furono una serie di violazioni da parte del Terzo Reich che portarono all’annessione di altre Nazioni alla Germania.
Questo fu possibile grazie ad un’Europa imbelle, per nulla ferma contro queste aggressioni – in questo si può forse azzardare un paragone con la Russia – che fecero credere alla Germania di poter fare ciò che voleva e che prese a pretesto la protezione delle minoranze tedesche per perseguire quella politica aggressiva.
Nel 1939 la Russia, in una fase – ne ha avute molte nella sua Storia, in bilico com’è tra Asia ed Europa – “contro” i vicini dell’Ovest, strinse un patto con il diavolo e con i Tedeschi fece scomparire la Polonia dalle carte del nostro Continente. In questo caso, però, la Germania osò una volta di troppo ed il Mondo precipitò nella Seconda Guerra Mondiale.
Fabio Ronchi