di Martina Grandori
A volte anche i tanto criticati e attaccati social hanno invece una funzione virale a fin di bene, la supremazia di Instagram può anche essere d’aiuto al Pianeta in maniera concreta.
L’ultima tendenza di questa estate 2021 è il plastic fishing, ossia raccogliere il polietilene dalle spiagge, creando poi una piccola opera d’arte a forma di pesce con la spazzatura raccolta. La creazione va fotografata e postata su Instagram seguita dall’hashtag #plasticfishing, un modo intelligente di passare il tempo soccorrendo i litorali, il mare ha bisogno dell’aiuto di tutti: dei bagnanti, dei pescatori, dei bambini e delle famiglie. Uniti qualcosa si può fare e migliorare. Un pretesto per liberare la propria fantasia, dar sfogo a quella creatività che malauguratamente è sempre meno sfruttata per via della dipendenza dalle device tecnologiche, in questo senso la didattica a distanza, specialmente sui bambini piccoli, ha spento la lampadina della fantasia. Per creare la propria opera d’arte basta poco: un paio di guanti (è sempre meglio non raccogliere a mani nude), un sacchetto in plastica biodegradabile dove riporre il “raccolto” e uno smartphone per poter poi postare il proprio estro. E poi ovviamente tutto andrà buttato seguendo le direttive della raccolta differenziata locale, anche quello della spazzatura differenziata è un aspetto fondamentale di questo gioco dallo spirito ecologico.
I bambini in questa tendenza del plastic fishing giocano un ruolo chiave, sono loro gli ecologisti più rigorosi, quelli più attenti a salvare il Pianeta Blu e sono loro che se stimolati a questa raccolta volontaria, assimileranno più efficacemente e velocemente il dramma dell’invasione della plastica nelle acque, basta ricordare che una banale bottiglia d’acqua impiega 450 anni per degradarsi.
La campagna contro l’inquinamento marino ovviamente coinvolge anche le istituzioni, il marine litter è un’emergenza senza confini geografici, in Lazio Corepla (Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica) con l’aiuto dei pescherecci laziali, ha raccolto in mare in 2 anni 25 tonnellate di plastica che diventeranno poi arredi urbani per i comuni costieri. La sfida è riuscire a diffondere questa attività di pulizia dei litorali e dei mari su tutte le coste e sensibilizzare gli stakeholder regionali a smaltire in maniera più corretta, sicura e legale i rifiuti. L’80% del marine litter provengono dalla terraferma.