Da lunedì lo Stato di Israele è sotto continuo attacco missilistico da parte dei terroristi appartenenti ad Hamas che controllano la Striscia di Gaza, le sirene antimissile avvertono incessantemente i cittadini che un missile sta cadendo sulle loro teste e che hanno 15 secondi di tempo per trovare un rifugio antimissile sparsi nelle varie zone delle città israeliane, i bambini nelle scuole si gettano sotto i banchi, i pendolari in viaggio non possono fare altro che pregare.
Questo è la vita che i cittadini di Israele vivono ormai da alcuni giorni, un’esistenza in bilico tra normalità quotidiana e terrore che un razzo cada sulle loro case o sulla scuola in cui studiano i figli. Molti dei missili lanciati dai terroristi che controllano la Striscia di Gaza vengono intercettati e distrutti in volo dal sistema di difesa Iron Dome ma molti altri invece colpisco gli obiettivi.
Martedì sera due razzi hanno raggiunto Gerusalemme senza causare vittime, altri missili, invece, sono caduti in aree aperte sia nelle aree meridionali di Israele sia nelle vicinanze di Tel Aviv. Ovvio, a questo punto, che le Forze Armate di Israele, nonché il Governo israeliano, abbiano l’obbligo morale di difendere i propri cittadini, i propri genitori, mogli e figli.
Da qui l’esigenza di contrastare gli attacchi terroristici lanciando l’operazione militare “Protective Edge” o, col nome originale, “Tzuf Eitan” che al momento ha portato alla distruzione di 440 obiettivi militari di cui circa 160 colpiti dalle incursioni aeree durante la notte tra martedì e mercoledì, di questi, 118 siti di lancio e impianti di stoccaggio di armi, 10 gallerie, 6 impianti militari di Hamas e 10 posizioni di comando dei terroristi di Hamas.
All’alba di mercoledì è stato eliminato un dirigente del gruppo terroristico con un attacco aereo dalla precisione “chirurgica” che ha colpito la moto su cui viaggiava il terrorista trentenne Rafiq al-Kafarneh nei pressi di Beit Lahiya, mentre il giorno precedente a Khan Younis è stato colpito, all’interno della sua abitazione, un alto comandante della jihad islamica: Abdullah Diyfallah.
Intanto il Gabinetto di Sicurezza del Governo israeliano sta valutando l’opzione di un intervento terrestre all’interno della Striscia di Gaza al fine individuare e rendere inoffensive tutti gli impianti militari di Hamas e della jihad islamica, un’opzione, quest’ultima, che potrebbe durare anche un anno ma che renderebbe l’area più sicura e pronta ad un vero, si spera, dialogo per la pace.
Per il momento Israele si limita ad attacchi aerei per rendere le infrastrutture militari di Hamas inutilizzabili ma senza dimenticare la sicurezza dei civili residenti a Gaza: trasmissioni in lingua araba, volantini, telefonate ed sms al fine di informare l popolazione civile di ciò che sta accadendo o per avvisare che il condominio in cui vivono è un obiettivo militare e che è imminente la sua distruzione, poiché i terroristi di Hamas scelgono, per posizionare le loro rampe di lancio, tetti di condomini, scuole, ospedali, usando la popolazione civile come scudi umani, come carne da macello per poi utilizzare le innocenti vittime per la loro sporca propaganda e ipnotizzare i politicamente corretti occidentali.
A differenza di Hamas e di Fatah, che gioiscono per l’omicidio di tre adolescenti ebrei, Israele ha come scopo principale la difesa della vita umana di chiunque e, a quanti invocano l’ennesima pace ingiusta rispondo con le parole di Golda Meir: ” Ci sarà la pace solo quando gli arabi ameranno più i loro figli di quanto odino i nostri”.
Gian Giacomo William Faillace