Sugli F35 “è lecito immaginare una razionalizzazione, si può ridurre e rivedere”, ma prima “bisogna chiedersi che difesa vogliano, quale tipo di protezione ci può servire. C’è un impegno assunto dal governo, aspettiamo la fine dell’indagine conoscitiva per prendere le decisione”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, annunciando la possibile vendita di 385 caserme e tagli al personale per la spending review.
Il ministero della Difesa è pronto a fare la sua parte per i risparmi e la spending review, in particolare a tagliare il personale e a chiudere 385 caserme o presidi, per poi vendere gli immobili. Entro un mese arriverà in Cdm un provvedimento ad hoc e sarà allestita una task force attiva 12 ore al giorno “per dare risposte, per non perdere tempo per mettere i beni della Difesa a disposizione dei Comuni, degli enti locali e anche dei privati. Da tanti anni ci sono immobili fermi, risolvere questo problema non sarà semplice ma è un dovere patriottico”. Per quanto riguarda i tagli, “stiamo passando da 190mila a 150mila militari da qui al 2024, e pensiamo di tagliare 20mila unità del personale civile della Difesa. E se ci sono ancora attendenti, li taglieremo”.
Sulla vicenda dell’Ucraina “lunedì ci sarà una riunione di tutti i ministri degli Esteri europei: è importante che la posizione dell’Europa sia unitaria. Violare l’integrità territoriale di un Paese non è possibile e già lunedì si ragionerà di sanzioni di possibili, ma auspico si tengano aperte le porte del dialogo”, ha proseguito la titolare del dicastero.
Sulla vicenda dei Marò “errori ne sono stati fatti tanti, dalle regole di ingaggio alla mancanza di una chiara strategia. Ma ora non è utile concentrarsi su questo, serva grande unità nazionale”, ha sottolineato, ribadendo che “i nostri marò non possono essere giudicati in India”.
“Mi auguro che la candidatura di Berlusconi alle Europee resti una provocazione o una tentazione che non sortisca quanto oggi viene affermato”, ha spiegato la Pinott, ricordando che “per effetto di una legge votata anche dal suo partito, la legge Severino” il leader di Fi non può candidarsi.
La Critica