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venerdì, 22 Novembre, 2024

“PIANO B”, IL BERLUSCONI IMPRENDITORE DIVENTA UNA MOSTRA

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di Gabriele Rizza
L’ultra decennale storia del Silvio Berlusconi imprenditore diventerà a Milano, dal 17 dicembre al 31 dicembre, una mostra fotografica e sonora. Prodotta da Piano B Entertainment srl e promossa da Cinema Bianchini di Gruppo MilanoCard, la mostra racconterà il Silvio Berlusconi più dimenticato ma anche quello che lo ha reso celebre al pubblico prima della sua scesa in campo in politica. Una storia che inizia nel 1956 e finisce nel 1993, anno in cui il Cavaliere delegherà ad altri la gestione del suo impero imprenditoriale.
Per gli organizzatori, la mostra “non vuole dare un giudizio storico sul personaggio Berlusconi, ma riproporre un pezzo di storia che è storia collettiva, nei suoi lati positivi e in quelli negativi. L’avventura imprenditoriale di Berlusconi è frutto di tante intuizioni in anticipo sui tempi ma ha anche le caratteristiche di un sogno che ci ha riguardato e spesso affascinato tutti”, ci sarà quindi spazio per tutte le intuizioni e investimenti del Cavaliere – soprannome datogli per primo dal grandissimo giornalista sportivo Gianni Brera, dopo che nel 1977 il Presidente della Repubblica Giovanni Leone gli conferì questa onorificenza – nei settori simbolo di un’Italia che si apprestava a diventare la prima potenza industriale europea e capace di far sognare milioni di italiani: il mattone, la televisione, il calcio e la grande distribuzione. Ciò che la mostra andrà a sottolineare è il gioco d’anticipo, frutto di un’analisi non solo puramente legata al business ma all’evoluzione cultuale della società.
Il capolavoro Mediaset nasce con gli anni del riflusso, quando gli italiani stanchi delle lotte politiche violente iniziarono a rifugiarsi nella sfera privata, Berlusconi intuì prima di tutti quanto una televisione privata, legata a contenuti distensivi e d’intrattenimento, potesse accompagnare la popolazione nel nuovo modo di concepire lo spazio privato e pubblico. Lo stesso si potrebbe dire del calcio, che nel bene e nel male fu culturalmente rivoluzionato da quando il Milan divenne il “giocattolo” di Berlusconi, dando una dimensione spettacolare capace di andare oltre le emozioni vissute allo stadio: l’annuncio degli acquisti, il marketing, i campioni star, capaci però di giocare di squadra e di vincere tutto in Italia e in Europa, anticipando di un ventennio l’arrivo degli sceicchi che però hanno reso il calcio solo business senza appartenenza.
La mostra “Piano B” è poi una buona occasione per mettere pace intorno ad un pezzo di storia del Paese: se è vero che il Berlusconi politico ha diviso, divide e dividerà sempre, a torto o a ragione, la sua storia da imprenditore è ormai parte di un’Italia che forse non c’è più e che per ritornare ha di nuovo bisogno anche di osservare, intuire e rischiare prima di credere l’imprenditoria sia solo astuzia.

 

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