Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria
Direttore
Maria Daniela Maisano
Scuola di progettazione della moda
Cattedre di storia della moda e del costume
Ch.mo prof. Pasquale Lettieri
Venerdì 11/12/2020
Aula virtuale
Ore 9.00/19.00
“Incipit abitus/Art couture. Percorsi di storia della moda”
Workshop
Ore 9.00
Il global stylist
di Mauro Adami
Stilista, Domo Adami
Ore 9.30
L’archeologia per la storia del costume
di Ambra Lombardo
Personaggio televisivo
Ore 10.00
Pensare in grande, pensare italiano
di Biagio Passaro
Imprenditore
Ore 10.30
Moda e costume nell’era digitale
di Cristina Fatato
Web creator
Ore 11.00
Dall’alta moda al fashion design
di Giuseppina D’Errico
Fashion designer
Ore 12.00
Elogio della bellezza. Lo shooting e la moda
di Carmen Cardillo
Fotografo
Ore 12.30
La differenza è nell’accessorio
di Deborah Correnti
Fashion designer
Pausa
Ore 14.00
Psicopatologia della creatività
di Paolino Cantalupo
Psichiatra, scrittore
Ore 15.00
Haute couture
di Mariella Gennarino
Stilista, Catania
Ore 16.00
Costume e moda nelle civiltà antiche
di Aristide Malnati
Papirologo, personaggio televisivo
Ore 17.00
Dallo Star System agli influencer
di Eva Henger
Attrice
Ore 17.30
Metamorfosi
di Luigi Iocca
Diva Clinic, Milano
Ore 18.00
Art couture
di Gianni Molaro
Stilista, Napoli
La moda è l’oggi nella sua pienezza, nella sua assolutezza, con leggerezza e pesantezza insieme, roba da labirinto impazzito da rizoma permanente, nell’esasperazione pubblicitaria che si specchia nelle videocamere infinite, in specchi da tutte le parti, microspie, in uno sconvolgente spettacolo, in cui siamo in scena e spettatori nello stesso tempo e per esserne fuori, bisogna inventarsi una caverna antropologica, isolarsi dal mondo, non partecipare ai suoi riti, cosa difficilissima.
D’altra parte, la contaminazione, oltre ad essere una condizione sociale è una forza vitale, perché ibridando, facendo dello scambio una realtà più che simbolica, regge lo spirito della moda, che è alienazione, ma anche uscita dal destino segnato, dall’immobilità sociale, si tratta di ubriacarsi, ma non sempre di vino, ma anche di poesia e di virtù. Nel vestimento, connesso intimamente con svestimento e travestimento, si gioca la teatralità dei rapporti sociali, che sono sempre una messa in scena in cui si recita la vita, le lusinghe, le passioni, le feste, i lutti, che nel suo palco trovano la vita stessa, nella sua continua trasformazione, giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, in modo meccanico, automatico e solo il trucco e gli abiti ne sottolineano la reale differenza, nella tensione della costruzione del sè.
L’abbiamo chiamata eleganza, che vuol dire scelta , capacità di selezionare il meglio, con sottigliezza o con eclatanza, in una escursione di mille e mille concavità e convessità, ora ad aggiungere ora a togliere, confermando momenti diversi della vita, in cui si consumano ruoli sociali diversi, che richiedono una cangiante disponibilità al movimento, alla rapidità, alla performatività, al relax, per ascendere ai momenti dello charme e della seduzione. La vertigine del lusso (dal latino luxus, abbondanza, eccesso). Il lusso è la polarità dialettica del semplice, quando si complica, si arricchisce, si modula e si rimodula, per dare la dimostrazione di potenza, di sfarzo, come manifestazione di un potere grande tanto grande, da potere essere considerato assoluto, da ogni altro potere e paragone.
Manuel Gallo
Giornalista