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giovedì, 21 Novembre, 2024

Per conoscere se stessi, bisogna incontrare il proprio mostro interiore. La storia di Luigi e del suo ES

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Crimini, vendette, uccisioni, separazioni, violenze….ogni atto che viene associato al male, anche le piccole azioni “cattive” fatte nel quotidiano, in realtà sono solo frutto del nostro ES.  

Luigi, (nome di fantasia), ha sempre svolto una vita pacata, umile e serena, ma un giorno qualunque, al ritorno dal lavoro, dopo una discussione con un suo collega, dice di aver sentito qualcosa cambiare improvvisamente dentro di sé.  “Ero in auto e, tornando a casa, pensavo a ciò che io e il mio collega ci eravamo detti poco prima. Una sentimento raro e indescrivibile si è impossessato di me e da quel momento ho conosciuto il mio mostro interiore.”

Luigi spiega di vivere con lui sempre e di non essere solo neanche mentre si racconta a noi. Luigi dice che tutti abbiamo un mostro che ci portiamo dentro e che ci chiede di ascoltarlo, perché il massimo che ci potrà succedere, sarà scoprire chi siamo.   

Luigi sostiene che la maggior parte dei crimini nascono dall’insoddisfazione di vivere nella perfezione dimenticandosi di puntare alla felicità : “dobbiamo tenerci distanti da chi non vogliamo accanto, altrimenti il mostro che ci portiamo dentro, è costretto ad urlare.”

E’ cosi che Luigi ci spiega come sia arrivato a colpire con una spranga il suo collega.  
“In un attimo, il mio mostro interiore, mi ha ricordato di vivere anche se significa sbagliare, anche a costo di farci male, e io l’ho fatto!”. 

Alla domanda: “Cosa ti ha detto esattamente il mostro di fare?” Luigi risponde: “ Mi ha supplicato di ricordarmi che i veri mostri sono quelli che ci dicono che ormai è troppo tardi, che non è più tempo di crederci, perché siamo destinati al fallimento, alla solitudine, alla povertà. I mostri sono loro, non io che ti dò la forza per credere ancora in te stesso.”

Ecco il motivo che ha spinto Luigi, ad agire con tanta violenza. 
La sua mente si è completamente connessa, con una forza manipolatrice, che lui stesso definisce dapprima malvagia e potente, ma poi la identifica come la nostra vera essenza che viene oppressa dal Super-Io, per non essere liberata e per non liberare noi stessi  dai nostri veri sentimenti e atti involontari. 

Luigi sostiene, quindi, che solo chi è capace di incontrare ed entrare in contatto con il proprio mostro interiore, può definirsi letteralmente libero, poiché la luce si manifesta solo dopo che l’oscurità  più profonda esce fuori e solo dopo averla affrontata possiamo distaccarci realmente da lei. L’alternativa è farla rimanere pe sempre nascosta in un cassetto destinato comunque ad aprirsi, rischiando così però di farla emergere in momenti di totale irrazionalità, creando danni irreversibili come gli atti incriminatori. 

di Daniela Buonocore

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