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sabato, 16 Novembre, 2024

PD, FI E NCD, DICONO SI ALL'ITALICUM. Alfano fa cancellare la norma salva-Lega.

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Il testo della legge elettorale è stato depositato in commissione alla Camera ed è stato sottoscritto dal Partito democratico, da Forza Italia e dal Nuovo centrodestra. A renderlo noto sono fonti della maggioranza, secondo le quali il via libera del gruppo di Alfano è arrivato soltanto dopo la cancellazione dall’Italicum della cosiddetta norma salva-Lega.

Con l’attuale testo dell’Italicum, e il per ora previsto sbarramento al 5%, il Carroccio rischierebbe di rimanere fuori dal Parlamento (a febbraio ha ottenuto a livello nazionale il 3,9%). La norma salva-Lega, ora cancellata, prevedeva dunque di reintrodurre l’eccezione (già presente nel Porcellum) che prevede che con il raggiungimento della soglia del 10% in almeno tre regioni non sia necessario rispettare il requisito del 5% a livello nazionale. Un’idea che aveva fatto storcere il naso perfino agli stessi esponenti leghisti: il segretario, Matteo Salvini, aveva sottolineato che “La Lega non ha bisogno di ‘aiutini’ o leggi elettorali fatte su misura: il consenso lo chiediamo ai cittadini”.

Il testo base della riforma elettorale prevede, in caso di vittoria al primo turno, un premio di maggioranza del 18% a chi ottiene “almeno il 35% di voti validi del totale nazionale”. Un premio che consente al vincitore di ottenere un totale che non può superare i 340 seggi alla Camera.

In ogni collegio plurinominale “è assegnato un numero di seggi non inferiore a tre e non superiore a sei” e ciascuna lista non può essere formata da un numero di candidati superiore ai seggi assegnati. Lo stabilisce la bozza che prevede come sulla scheda ci siano il simbolo di lista, insieme a nome e cognome dei candidati. 

In caso di ballottaggio, fra il primo turno di votazione e il ballottaggio, non sono consentiti ulteriori apparentamenti tra liste o coalizione di liste presentate al primo turno con le due liste o coalizioni di liste che hanno accesso al ballottaggio medesimo. 

 “Alla lista o coalizione di liste che abbia ottenuto il maggior numero di voti al turno di ballottaggio viene assegnata una quota di seggi pari a 327 seggi”. I restanti 290 seggi vengono ripartiti proporzionalmente “tra le altre coalizioni di liste e singole liste”. Questa la proposta nel disegno di legge che dispone dunque che al ballottaggio si vinca un numero di seggi minore di quelli in palio per una vittoria al primo turno (fino a 340). 

Sono 3 le soglie di sbarramento previste: le coalizioni dovranno superare la soglia del 12 per cento ma è prevista anche una soglia interna del 5 per cento per ogni singolo partito; chi corre da solo deve invece raggiungere l’8%. 

“A pena di inammissibilità nel complesso delle candidature circoscrizionali di ciascuna lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50 per cento con arrotondamento all’unità inferiore e nella successione interna delle liste nei collegi plurinominali non possono esservi più di due candidati consecutivi del medesimo genere”. E’ quanto prevede il testo base sulla riforma elettorale presentato in commissione.

La Critica

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