di Abbatino
Esistono i Patriots, anzi i new England Patriots, squadra di football americano. Esiste il Patriot, un missile terra-aria made in USA per la difesa tattica, diventato famoso durante la guerra del golfo e non solo. Esiste il film premio Oscar Il Patriota, di Mel Gibson. Esistevano ancora i patrioti, quelli che nel pieno del Risorgimento italiano si battevano contro l’occupazione del bel paese da parte degli austriaci. Termine che era scomparso dal lessico comune, figuriamoci in politica. Invece il leader di Fratelli d’Italia, dal palco della festa di Atreju, la festa organizzata a Roma, ha rilanciato la figura del patriota accostandola a quella del prossimo Presidente della Repubblica. Un termine scomparso, ma riapparso prepotentemente e di rottura con i precedenti presidenti della repubblica. La Giovanna d’Arco di destra ha chiesto un patriota al Colle in contrapposizione con altri presidenti della Repubblica ma anche del Consiglio, troppo accondiscendenti con l’Unione Europea. Insomma, un presidente che sia garante degli interessi nazionali, quindi un patriota. Non si parla d’altro sui giornali e sui social, proprio perché ogni giorno che passa è un giorno in meno rispetto alle elezioni del presidente della repubblica in parlamento, riunito in seduta congiunta, oltre ai delegati delle rappresentanze regionali. Ogni partito ha scimmiottato il termine usato dalla Meloni. La parola “patriota” appare desueta, non si usa dal 19’ secolo, ma rende bene l’idea se si ascoltano un certo tipo di sovranismo e di conservatorismo al quale si rifà il concetto. Sdoganato il termine, poi il concetto, quale può essere il patriota degno di salire al Colle? E sul nome proprio, si ferma la riflessione della politica. Chi sarà più patriota? Chi si ispira all’800? O chi aspira a difendere oggi la sovranità nazionale? A gennaio un patriota dovrà comunque uscire dal guscio, anzi dall’urna.