Le intercettazioni telefoniche hanno inchiodato definitivamente la preside zen di Palermo.
La donna, già da mesi sotto indagine, non ha sospeso i suoi furti, infatti le videoregistrazioni provano che ha continuato ad effettuare la spesa all’interno della sua scuola Zen di Palermo.
Ecco perchè la preside antimafia dell’Istituto Falcone, è stata arrestata per corruzione, la donna infatti prelevava dall’Istituto origano, bicchieri di the, detersivi e molto altro, mentre dichiarava di lasciare nell’Istituto alcuni alimenti.
La donna, pur sapendo di essere già sotto sorveglianza, non si è fermata e ha proseguito con la suoi rifornimenti mirati a curare i suoi interessi e quelli del suo ristretto gruppo di collaboratori.
Questo perché la preside, pensava di essere sotto inchiesta per la gestione irregolare di fondi europei stanziati per diversi progetti scolastici e così ha continuato indisturbata la sua razzia.
Il tutto è proseguito fino a quando il materiale raccolto dalle telecamere posizionate all’interno della presidenza ha dimostrato la sparizione, non solo di alimenti, ma anche di apparecchi informatici di ultima generazione, destinati alla figlia e al vice della donna.
All’interno del suo appartamento i carabinieri hanno trovato diversi tablet e notebook, tutti i materiali destinati ai bambini dello Zen2 di Palermo.
Ad aggravare il tutto vi è il fatto che, sulle sue pagine social, la donna pubblicasse costantemente immagini proprie che promuovevano la legalità e il sostegno per questi bambini che vivono in un contesto sociale e culturale di degrado del quartiere Zen.
L’indagine è partita della denuncia fatta da un’insegnante della scuola Falcone, ora trasferita in un altro istituto, la quale ha anche raccontato di come venissero gonfiate le fatture scolastiche, in cui una parte della spesa era destinata alla scuola, ma il resto era per uso personale della preside.
di Daniela Buonocore