Gli 80 euro in busta paga arriveranno in tempo. Lo conferma il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. “I provvedimenti saranno presentati in tempo e i risultati saranno ottenuti”, ha affermato al termine dell’Ecofin. L’aumento riguarderà tutti gli stipendi inferiori ai 25mila euro lordi all’anno e verrà introdotto con un decreto che sarà presentato tra il 15 e il 16 aprile.
Il ministro ha poi rassicurato sulle pensioni, ribadendo che “non si toccano, come ha detto chiaramente Matteo Renzi”, pur precisando che “i dettagli andranno ancora discussi”.
Padoan ha poi detto all’Ecofin: “Non ho visto un asse Italia-Francia, ci sono molti Paesi che devono aggiustare i conti. Noi non siamo in procedura, altri sì, e noi difenderemo i risultati di bilancio acquisiti e andremo avanti con le riforme per crescita e lavoro”.
Ma su questo fronte arriva la strigliata dai vertici Ue. “L’Italia ha un alto debito – dice infatti il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem – e deve fare le riforme”. E a chi gli chiede un giudizio sulle richieste di chi nell’Eurozona, come Francia e Italia, vuole ridiscutere l’aggiustamento dei conti, risponde: “Non bisogna rinviare il rispetto dei vincoli di bilancio”.
E aggiunge: “Crescita e occupazione vengono dalle riforme che aspettiamo da tempo”. Secondo Dijsselbloem come l’Italia anche la Francia deve fare forti sforzi per sistemare i conti e in tal senso, assicura, in questi due Paesi “c’è un grande potenziale inespresso che va liberato. Sono decisioni difficili ma ho sentito entrambi i presidenti convinti nel percorso di riforma”.
Il caso italiano, continua, è diverso da quello francese, perché Parigi ha un problema di deficit e Roma di debito, ma entrambi devono coniugare riforme e consolidamento, e anche se “le riforme richiedono tempo per vedere i benefici, non puoi rinviare il riordino del bilancio”.
“Il mio messaggio a entrambi (Italia e Francia) – riprende – è che sono grandi Paesi, centrali per l’Eurozona, quello che fanno è cruciale per il Patto di stabilità e mi aspetto che rispettino gli obblighi. La Francia ha già avuto più tempo, ora questo tempo sta finendo, e l’Italia deve fare le riforme che aspettiamo già da molto, quindi oggi non sono in mood ‘flessibilità'”. Secondo Dijsselbloem, chiedere più tempo per rispettare i vincoli è un cattivo segnale: “Il primo passo per la credibilità non è posporre il rispetto dei vincoli”.
La Critica