di Gabriele Rizza
Era solo questione di giorni: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato pandemia la diffusione del Covid- 19. Lo ha fatto in base alla diffusione ormai globale del virus e a causa dei bassi livelli di azione e attenzione mostrata da alcuni paesi europei e dagli Stati Uniti. Nel caso di quest’ultimo, pesa la struttura del sistema sanitario. Il Paese a stelle e strisce è dotato di una sanità di qualità, resta però un sistema privato, infatti Walter Ricciardi, membro esecutivo dell’Oms, in una recente intervista a Le Scienze, ha dichiarato che se non si fermasse il contagio negli Stati Uniti: “sarà una catastrofe, perché lì il virus sta avanzando incontrastato. Di fatto non lo testano neanche, trattandosi di un sistema che non ha grandi risorse di sanità pubblica”. Il Coronavirus ora inizia a galoppare negli Stati Uniti, dove sono stati confermati 31 morti, mentre i dati parlano di 1.025 casi confermati con nuovi contagi in Florida e Michigan. Il primato spetta allo Stato di Washington con 279 casi (dove il sindaco ha dichiarato lo stato di emergenza, come ha fatto il governatore dell’Arizona), seguito dalla California con 178 e da New York con 173. Per questo il Tycoon ha appena sospeso tutti i voli da e per l’Europa e si è detto pronto a usare pieni poteri federali.
L’Oms inchioda anche i nostri principali partner europei: Francia, Spagna e Germania. Questi tre paesi si sono mostrati fino ad ora così morbidi nel fronteggiare il virus da ricordare la politica dell’appeasement nei confronti di Hitler. Solo fino a pochi giorni fa, centinaia di migliaia di persone di tutta la Spagna festeggiavano il carnevale per le strade di Valencia, mentre a Madrid, focolaio spagnolo, si consentiva ogni tipo di manifestazione di piazza. Ricordiamo invece che il Presidente del Veneto, Luca Zaia, non ha esitato a sospendere il carnevale di Venezia ai primi contagi in Regione. Più tragicomici in Francia: 3500 persone si sono ritrovate mascherate da Puffi al grido di “pufferemo il virus”, mentre durante la partita dell’11 marzo tra PSG e Borussia Dortmund, disputata a porte chiuse, più di mille persone si sono ammassate davanti lo stadio tra cori e fumogeni. La Germania ha visto nel mese di febbraio 40 mila casi di influenza in più rispetto agli anni precedenti, facendo pochi tamponi mentre noi li effettuiamo anche post mortem.
Eppure i dati parlano chiaro, o forse, con i metodi italiani, parlerebbero ancora di più: in Spagna, secondo il bollettino giornaliero dell’11 marzo diramato dal Ministero della Salute, ci sono 2.236 casi di contagio da Coronavirus, 138 pazienti guariti e 54 decessi. I positivi sono concentrati per metà nella zona di Madrid. In Francia, sempre all’11 marzo, i casi sono già 2.281500, con 500 in più del giorno prima e le vittime 48. Infine, in Germania, i casi sono 1.850, i decessi tre.
Proprio l’Oms ha preso a modello l’Italia, che sta agendo sulla scia di Cina e Corea del Sud. L’Occidente si dovrà adeguare, accantonare l’idea di avvantaggiarsi economicamente rispetto ai competitors e ritrovare l’idea di comunità, come in Oriente, dove il tutto è più della somma delle singole parti.