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domenica, 17 Novembre, 2024

NUOVA OFFENSIVA DELL'ISIS. Attacca e avanza nel nord della Siria

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Nell’ultima settimana, nonostante l’offensiva occidentale, avviata con pesantissimo e complice ritardo, i terroristi dell’ISIS hanno lanciato una nuova offensiva nel nord della Siria. Secondo i dati forniti dall’Osservatorio siriano per i diritti dell’uomo, tra domenica e lunedì, l’ultimo balurado del regime di Assad, nella provincia di Raqa, è statoo conquistato dopo una lunga e sanguinosa battaglia durata sei giorni. Ad essere conquistato dai terroristi dell’Isis questa volta è l’aeroporto di Tabqa. Si aggiunge così un altra striscia di territorio siriano annesso all’autoproclamato Califfato Islamico che in Siria ha sottomesso le province di Aleppo, nel nord, di Raqa ad est, e di Hasakah nel nord-est. Subito dopo la conquista dell’aeroporto, stando alle testimonianza dell’Osservatorio, i fanatici criminali dell’ISIS hanno catturato e massacrato, ovviamente col solito rito del taglio della gola, i soldati governativi che si erano arresi, lasciando sul terreno intorno all’area aeroportuale di Tabqa 541 corpi.

10632661_10204513644630492_5165086943097120849_nNel frattempo, in Arabia Saudita, si sono incontrati i membri del gruppo internazionale di contatto per la Siria, nella riunione tenutasi domenica a porte chiuse, si sono riuniti ministro saudita degli esteri, il principe Saud al-Faisal, i suoi omologhi provenienti da Egitto, Emirati Arabi Uniti e Qatar ed un consigliere della Giordania. Dalle dichiarazioni rilasciate dopo il meeting, pare che i cinque paesi arabi, abbiano trovato un accordo comune di contrasto all’ISIS, affermando che è ormai necessario lottare contro i jihadisti in quanto divenuti un pericolo per la stabilità ed alla sicurezza della regione. Il Qatar, almeno nella questione siriana ed egiziana del periodo post Mubarak, ha giocato un ruolo importante sotto l’aspetto finanziario, attirando le ire di Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi Uniti e Oman che avevano persino trovato un accordo per contrastare ed isolare il Qatar politicamente e economicamente. L’Arabia Saudita, in comune accordo con E.A.U. e Kuwait, finanziò persino il neonato governo Al-Sissi per contrastare i Fratelli Musulmani, facendo si che potesse acquistare armi dalla Russia visto che Obama aveva inizialmente negato l’aiuto all’Egitto.
Il Qatar rimane comunque un protagonista occulto importante anche per lo scacchiere israelo-palestinese, in quanto è uno dei maggiori, se non l’unico rimasto nella Penisola Arabica, di Hamas.
Gli altri finanziamenti ai Fratelli Musulmani di Gaza (alias Hamas) vengono finanziati, oltrechè dalla ONG Islamic Relief (che ha un ufficio pure a Milano) anche dai governi europei e dall’Unione Europea stessa con le tasse dei suoi cittadini sudditi.

Ora rimane solo osservare la Turchia che in questa guerra ha avuto un ruolo chiave sia strategico, sia finanziario sia logistico: la maggioranza, anzi tutti, i jihadisti europei che confluiscono in Siria ed Iraq, passano dalla Turchia ed i servizi turchi sanno perfettamente quello che avviene sul loro territorio. Non è un caso che le missioni della Navi Marmara partano dall’Anatolia e con la benedizione del governo islamico di Erdogan, l’unico capo di stato islamico che senza ipocrisie ha detto al mondo che non esiste un Islam moderato ed un Islam fondamentalista: esiste un Islam e basta, e non è quello moderato aggiungerei.

Intanto in Israele la guerra contro il terrorismo continua: negli ultimi giorni alcune centinaia di razzi e colpi di mortaio sono stati sparati da Gaza contro il sud dello Stato Ebraico ferendo alcuni cittadini arabo israeliani.
L’esercito di Israele, per tutta risposta, ha attaccato con azioni “chirurgiche” i terroristi di Hamas uccidendo, in tre attacchi distinti, tre alti dirigenti dell’organizzazione terroristica sedicente palestinese.
I tre dirigenti uccisi sono: Mohammed Abu Chamala, Raed al-Atar et Mohammed Barhoum. Tra questi il responsabile finanziario di Hamas.

Gian Giacomo William Faillace

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