di Abbatino
Anche la piattaforma Rousseau ha certificato la fine di ogni rimasuglio di credibilità del movimento Cinque Stelle – chissà poi perché scelsero questo nome – facendo cadere l’ultima foglia di fico a Grillo, Casaleggio e soci. Soci di una stessa società che doveva introdurre la democrazia diretta, finendo invece per sminuire quel poco di democrazia che esiste nel movimento.
L’ultimo tabù è caduto sulla nuova candidatura di Virginia Raggi, terzo mandato accordato da Rousseau, dicono; ma non erano solo due al massimo? In realtà, Rousseau non decide, perché se dovesse decidere lui avrebbe già mandato a quel paese i grillini. Qualche esempio? Di Maio e il partito di Bibbiano, prima nemici poi al governo, Europa si o no? Prima no, poi sì, con tanto di voti al presidente della commissione europea. La coerenza neppure è durata un mandato al governo, camaleonti come la più deleteria DC, trasformisti per il potere, peggiori dei socialisti che governavano a livello nazionale con la DC e a livello locale facevano giunte socialcomuniste.
Rousseau fu un personaggio controverso, è vero, le cui idee erano chiare e non morirono con lui, giuste o sbagliate che fossero. Il Rousseau grillino, lo streaming per legge che è rimasto solo nelle intenzioni, ha avallato ogni salto all’indietro del movimento, manovrato dai suoi esponenti di spicco. Il vero Rousseau non esiterebbe a chiedere di non essere citato accanto ad una piattaforma privata che certifica la fine di un movimento politico. Altro che democrazia diretta, ci vediamo al prossimo salto, all’indietro però.