Il sentimento anti napoletano della platea dell’Ariston ha fatto diventare virale l’argomento Festival da una decina di giorni a questa parte.
Geolier, a mio avviso, può piacere o non piacere, ma i fischi ingrati verso un ragazzo di 23 anni ci hanno fatto obbligatoriamente schierare senza alcun dubbio.
Vincere a Sanremo sarebbe stato certamente qualcosa di prestigioso, ma ci piace ricordare che nel 1981 Eduardo De Crescenzo si presentò all’Ariston con “Ancora”, ma il Festival lo vinse una certa Alice con “Per Elisa”.
Emanuele Palumbo, il ragazzo del Rione Gescal che ha vinto tra i fischi la serata delle cover, è l’idolo che viene dal niente. Vive ancora in famiglia, è diventato un’ispirazione e un orgoglio per migliaia di adolescenti con il balaclava calato in testa, un bravo guaglione. Ultimo iscritto, suo malgrado, al club dei sans papiers terroni. “I fischi nei confronti di un ragazzo di 23 anni li ho trovati ingiusti – dice Amadeus –. Si vedeva che ci è rimasto male. Ha fatto solo il suo mestiere. Siamo un Paese fortemente unito o con una capacità di disunirsi incredibile. È un peccato quando si tratta di musica, che è di tutti”.
Dunque non sempre il vincitore della Kermesse è realmente il vincitore!
Geolier ha raggiunto il suo obiettivo, la popolarità che ha avuto in questi giorni lo renderanno uno dei cantati più in voga d’Italia, e nelle radio lo ascolteremo per molto tempo.
Detto questo non vogliamo sminuire la vittoria di Angelina Mango, anzi, siamo felicissimi che abbia vinto lei.
È la figlia del compianto Pino Mango, e già questo dovrebbe renderci orgogliosi, perché il papà è stato napoletano di adozione, amava la città partenopea ed era tifoso del Napoli.
Anche Angelina oltre ad ereditare dal papà la passione smisurata per la musica, ha ereditato anche l’amore per Napoli e i napoletani.
Non a caso il suo più grande successo finora si chiama “Che t’o ddico a ffà”, pezzo palesemente dedicato alla città di Napoli, allora non possiamo essere che soddisfatti per come si è conclusa questa edizione del Festival!
“Sono una persona educata e gentile, e credo che mio padre sarebbe prima di tutto orgoglioso di questo”.
Angelina Mango il giorno dopo la vittoria al festival di Sanremo è felicissima. “L’Eurovision? Sì, lo voglio”, dice rispondendo alla tradizionale domanda che viene rivolta al vincitore, “ma ora – aggiunge – voglio andare a mangiare una pizza con i miei amici”.
“Non mi aspettavo nulla di quello che è successo. Ho vissuto ogni momento senza troppe aspettative e pressioni e ho vissuto la settimana più bella della mia vita. Avevo tutta la gente che amo sul palco con me, non ero sola”, ha sottolineato aggiungendo che “della vittoria mi sono resa conto stamattina quando sono uscita e c’erano persone ad aspettarmi: per me quella la vittoria, non un premio non una classifica”.
E a dieci anni di distanza dall’ultima volta, nel 2014, quando Arisa, nata a Genova ma cresciuta a Pignola (Potenza), vinse Sanremo con Controvento, un’altra donna ha vinto il Festival e quindi anche in questo caso si tratta di una lucana. Nata a Maratea (Potenza) nel 2001, Angelina, figlia di Pino Mango e Laura Valente, ha vissuto per diversi anni a Lagonegro (Potenza), la città del padre.
Dunque nessun complotto, nessuno scandalo, Napoli ha vinto comunque, perché quando si tratta di musica e di spettacolo Napoli vince sempre a mani basse e nessuno, proprio nessuno lo può negare.
Viva Angelina, viva Geolier!
Letizia Bonelli
Giornalista ed esperta di Web reputation