di Martina Grandori
Belli e di carattere, corteggiati dai brand, seguiti da milioni di followers, gli influencer virtuali sono l’estrema, e pericolosa, frontiera dell’influencer marketing. Esistono da qualche anno, ma se ne parla in maniera esplicita da un po’ di mesi. Se ci si pensa, è da pelle d’oca affidare a dei fantocci virtuali opinioni e il compito di ambassador. Non mancano ovviamente i dubbi sulla loro reale efficacia, anche se influencer come Miquela Sousa – avatar instagirl da 1,7 milioni di follower nota come Lil Miquela – creata al computer non è una bellezza stereotipata, piace però ai grandi nomi della moda (Prada l’ha utilizzata per le sue stories su Instagram per promuovere la collezione F/W 2018).
Lil Miquela è un avatar di 19 anni con lentiggini, fisico algido da modella, labbra carnose, sopracciglione e frangetta iper corta, creata a tavolino da Brud, start-up con sede a L.A. composta da ingegneri -narratori-sognatori, come si definiscono loro stessi, specializzati in intelligenza artificiale e robotica, che ha investito su fra i 20 e 30 milioni di dollari.
Fino a qualche tempo fa, personaggi di questo genere si vedevano a Disneyland, o nei videogiochi, oggi queste avatar realizzate con 7 milioni di pixel influenzano il mondo con i loro gusti, con quello che postano.Dal mondo del digital marketing avanza una nuova schiera di competitor in 3D, frutto di algoritmi complessi: modelli, influencer, ambassador creati con effetti speciali che interagiscono pubblicando contenuti, creano rapporti con i loro follower, interagiscono creando quello che in gergo si chiama engagement.
E noi potenziali acquirenti, cioè noi poveri stolti che nemmeno ci accorgiamo che ci lasciamo influenzare da una barbie virtuale, li seguiamo. E facciamo fare soldi alle società che li inventano. C’è da avere paura ma è così. E che fine faranno le Chiara Ferragni della situazione? il New York Times ha lanciato un’inchiesta: ha fatto notizia la campagna #My Calvins in cui Lil Miquela viene baciata dalla top (vera) Bella Hadid, eppure Calvin Klein si è semplicemente lavata le mani dichiarando che questa operazione di virtual marketing era una semplice, innocente esplorazione della sottile linea che divide la realtà e l’immaginazione.
Secondo gli esperti, il tempo che noi spendiamo sui social è reale, il telefonino diventa lo strumento con cui accediamo a questo mondo virtuale di cui non possiamo più fare a meno. Una volta erano gli opinion leader a dettare le tendenze, adesso sono mascotte virtuali sui social. Attenzione, chi li crea, puntualizza subito che non si tratta di personaggi fumetto, ciascun web influencer ha una spiccata personalità, un potere deduttivo che seduce anche le case di moda che li scelgono come portavoce.
I millennial ne vanno matti, persino gli influencer veri li rispettano, capendone saggiamente il loro potere mediatico. Come dire, inutile fare la guerra contro i mulini a vento. Oltre alla star delle star, Lil Miquela, ce ne sono altre. Vedi Noonoouri che per la campagna di Etam, brand di lingerie, è stata accostata a Constance Jablonski e Laetitia Casta, top model del mondo reale. Le ha dato vita nel 2018 il creativo Joerg Zuber ispirandosi a Naomi Campbell e alle sorelle Kardashian per un progetto geniale di digital haute couture.
Tra le new entry c’è Imma, tratti giapponesi, famosa per il caschetto rosa e le labbra lucide. Il nome deriva dal giapponese “ima” che significa “ora” e simboleggia l’immediatezza di Internet. Il suo aspetto realistico è messo a punto da uno staff di sole donne che si occupa di lei a 360 gradi, dall’incarnato e make up, al look.
Non poteva mancare una digital top model di colore, Shudu Gram, creata dal fotografo di moda Cameron-James Wilson, ricorda le donne africane dal portamento regale con occhioni e labbra carnose. Shudu Gram vanta già collaborazioni con diversi brand, tra cui Fenty Puma by Rihanna.
E gli uomini virtuali capaci di influenzare ci sono? Certo, il più influente al momento è Colonel Sanders, ovvero Harland Sanders, fondatore della celebre catena di fast food KFC, ora in versione hipster con capelli grigi, baffi, tatuaggi e occhiali, che racconta la sua vita in live-streaming ed è diventato anche lui un virtual influencer.
Chissà cosa direbbe il vero e in carne ed ossa Colonello Sanders…