Tutto è avvenuto in pochi minuti, nel cuore della notte tra lunedì a martedì, in Nigeria, nella città di Buni Yadi a circa 50 chilometri a sud di Damaturu, la capitale dello stato di Yobe.
Questa volta la ferocia islamica degli uomini, se così possiamo definirli, dell’organizzazione terroristica Boko Haram prendono di mira un collegio, ed il suo dormitorio, dove riposano gli studenti della scuola. Incendiano il perimetro e lanciano alcune granate all’interno della camere, inizia la strage.
Gli studenti si svegliano atterriti, le camere sono avvolte dalle fiamme, il fumo acre sviluppato dall’incendio li soffoca, alcuni muoiono bruciati vivi, altri cercano via di scampo saltando dalle finestre ma ad aspettarli, all’esterno, vi sono le belve assetate di sangue di Boko Haram: inizia la mattanza come solo loro sono abituati a fare.
I ragazzi vengono rincorsi, raggiunti, mal menati e sgozzati. La loro colpa? Frequentare una scuola in cui si insegna la cultura occidentale, cultura vietata secondo gli “uomini” appartenenti alla formazione terroristica islamica Boko Haram, ed essere cristiani.
Le fiamme si spengono, il fumo si è dileguato, altri studenti, insieme ad alcuni insegnati del collegio, trovano riparo nella boscaglia coperti dal buio della notte, le belve, ricevuto il loro tributo di sangue se ne vanno; sul terreno rimangono 40 giovani corpi sgozzati, che si aggiungono alle altre 300 vittime dall’inizio del mese per mano degli assassini di Boko Haram.
Ora la domanda sorge spontanea: dove sono le parole di indignazione dei media occidentali? Dove le lacrime di qualche Presidente di qualche sperduta Camera dei Deputati di qualche anonima Repubblica pseudodemocratica dove magari si parla di elezioni ma non esistono, almeno tra gli ultimi tre, primi ministri eletti dai cittadini? Se Boko Haram fosse stata un’organizzazione terroristica cristiana, non si sarebbe gridato all’islamofobia?
E Obama? Che fa Obama? Pensa solo ad uscire dal pantano della Siria, finanziando tramite la Germania un colpo di stato in Ucraina ed ora, col cadavere ucraino ancora caldo, propone al governo di transizione l’adesione alla NATO, e dei cristiani in Africa, Egitto e Siria, pare non gli importi nulla.
Gian Giacomo William Faillace