di Stefano Sannino
L’amicizia in tutte le sue sfaccettature
Fra i grandi successi di Netflix, ci sono anche dei piccoli capolavori che tendono ad avere meno eco mediatico rispetto a grandi titoli presenti nella programmazione e che tengono incollati agli schermi milioni di esseri umani. Fra i nuovi titoli, sicuramente meno commerciali, che negli ultimi giorni ha conquistato le classifiche mondiali L’estate in cui imparammo a volare.
Una serie che mostra un’amicizia come non l’avevamo mai vista in televisione: con i suoi lutti, i suoi strazi, le sue gioie, le sue liti. In L’estate in cui imparammo a volare l’amicizia viene finalmente denudata di tutto il buonismo tipicamente hollywoodiano e viene mostrata per la dura realtà che è: una realtà che lega due persone, certo, ma che non è esente da errori o da litigi.
Un insegnamento controcorrente
Ma la cosa più straordinaria e l’insegnamento più controcorrente di questa serie tv è che, nonostante le due amiche godano di successo professionale molto diverso -una di loro è infatti una celebrità del talk show – nessuna delle due si aspetta mai un tornaconto, un vantaggio dal rapporto con l’altra, che siano regali, visibilità o potere.
La serie Netflix si presenta quindi come una moderna re-interpretazione del De Amicitia di Cicerone, in cui
chi osa chiedere all’amico qualsiasi favore, con la sua stessa richiesta ammette di esser pronto a tutto per l’altro.
Perché in amicizia non devono esistere vantaggi, né favori compiuti con interesse di un contraccambio. Solo disinteressato affetto e condivisione, perché l’amicizia è eterna e resiste ad ogni perturbamento, se coltivata con perseveranza e dedizione.
Unione indissolubile di due individualità
La peculiarità di L’estate in cui imparammo a volare, così anche come quella del trattato di Cicerone, è che l’amicizia ci viene mostrata non come l’unione indissolubile di due persone che diventano una cosa sola, bensì come la convivenza di due anime diverse in un unico rapporto.
Anime che mantengono la loro individualità fatta di stravaganze, di esigenze, di debolezze e soprattutto del proprio trascorso passato. Questa nuova angolazione dell’amicizia, probabilmente inedita sugli schermi del grande pubblico, è invece la più rassicurante e la più adatta in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, perché ci mostra che, nonostante tutto, l’amicizia sopravvive.