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venerdì, 15 Novembre, 2024

VIOLENZA FASCISTA O SOLO VIOLENZA? Una stretta sulle manifestazioni sarebbe un grave errore di Draghi

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di Gabriele Rizza

Avevamo anche resistito a lungo, eppure il giorno è arrivato: anche nel post pandemia torna in voga il pericolo fascista. Ci avevano già puntato durante la campagna elettorale del 2018, quando il PD puntava tutto sulla crescita esponenziale di Casa Pound, per poi scoprire che era solo una montatura tutta mediatica per creare ad arte un clima politico sfavorevole al centrodestra. Sembrava finalmente la fine di una lunga stagione politica iniziata con il dopoguerra, ma le storture culturali italiane portate con il vento della pandemia, hanno rivelato quanti scheletri nell’armadio abbia ancora il dizionario culturale del nostro paese.
Questa volta però, la faccenda sembra più seria, ma come al solito la facciamo diventare farsa: a Roma Forza Nuova si è resa protagonista di un brutale assalto alla sede della CGIL durante un corteo no green pass. Atto che va assolutamente punito, prima per il crimine in sé, che per l’ideologia politica, altrimenti perdiamo di vista la realtà, e cioè che un ritorno della violenza in Italia potrebbe avere radici ben più pericolose del fascismo, per tutto il disagio sociale degli ultimi anni, e questo sarebbe un grave problema; vorrebbe dire che ancora non abbiamo visto niente.
L’errore più grande in cui potrebbe cadere il governo Draghi è intervenire, come richiesto da tanti protagonisti della cultura e della politica, applicando una stretta sulle manifestazioni. Sarebbe un errore per principio e per strategia: la prova che la libertà esiste sta anche nel fatto che qualcuno possa sconfinare ledendo quella degli altri, però esiste l’Autorità a combattere e a punire ogni singolo caso. E poi, visto che c’è stato un solo caso di violenza, passerebbe tutto come un cogliere la palla al balzo per applicare qualcosa già deciso da tempo. Nemmeno ai tempi del ’68 e dei ben più violenti anni ‘70, si è ricorso a misure molto restrittive, sapevano che sarebbero state controproducenti, anche nel combattere il fascismo. Infine, da un anno si parla di restrizioni delle libertà, cavallo di battaglia dei no vax e no green pass; porre restrizioni alla libertà di manifestare darebbe solo adito a certe teorie, fortificando anziché indebolire un’ideologia che serpeggia nel lato oscuro dei social e delle chat. Il Governo deve trattare quel gruppo per quello che è: una banda di delinquenti, screditerebbe un intero movimento, e sarebbe molto più efficace dello spauracchio fascista.
A perdere di più, però, è ancora una volta il dibattito. Passeremo mesi a parlare ancora di fascismo perché i media vogliono questo. Dimenticheremo la bolletta della luce alle stelle, l’andamento del piano di rilancio economico, le mosse di Bruxelles, gli aiuti alle famiglie e alle imprese, mentre decisioni importanti verranno prese. Ma noi sentiremo parlare di fascismo, come è sempre stato nei momenti cruciali della storia recente d’Italia. Però poi la realtà si farà sentire, e i soloni della morale mainstream resteranno ancora una volta sorpresi.

 

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