di Sara Matteucci
Da poche settimane è approdato Perseverance su Marte: il rover della missione Mars 2020 rileverà tracce di vita passata sul pianeta rosso. Se fino a qualche tempo fa gravitare in orbita rappresentava un’utopia, nel 2022 avrà inizio l’era del turismo spaziale: un fenomeno in ascesa pronto a diventare uno dei settori commerciali di maggiore influenza.
I suoi albori risalgono agli anni Cinquanta, l’avvento della così detta epoca d’oro della fantascienza e l’uscita nelle sale cinematografiche di film che ha fatto la storia come 2001 Odissea nello spazio. La pellicola diretta da Stanley Kubrick diffuse nell’immaginario comune l’illusione di poter gravitare facilmente in orbita. Una visione condivisa anche dai futurologi che negli anni Settanta dichiararono la vacanza sulla luna “meta turistica delle famiglie del ventunesimo secolo”. Con il lancio di Apollo 11, la prima missione spaziale, l’attenzione mediatica subì un’ulteriore ascesa per poi ridimensionare una volta per tutte l’idea che lo spazio potesse essere alla portata della gente comune. Accadeva all’inizio degli anni Settanta. In programma per il 2022 la prima missione completamente gestita dall’azienda di turismo spaziale Axiom Space: i protagonisti saranno tre uomini d’affari di cui il più grande, 71 anni, si prepara a diventare il secondo l’uomo più anziano mai andato in orbita.
Dalla terra allo spazio
Ma qual è il budget per una vacanza su Marte? Al dorato costo di circa 250.000 $ – per i civili – sarà possibile compiere un volo orbitale ed osservare così il panorama stellare e l’orizzonte curvo della terra.
Il turismo spaziale è una nuova realtà in grado si suscitare interesse fra i grandi magnati di tutto il mondo. Primo fra tutti Elon Musk, patron di Tesla, fondatore e chief executive di SpaceX (agenzia spaziale): “Penso che sia importante che l’umanità evolva in una civiltà spaziale, in una specie multi-planetaria. Ci vorranno enormi risorse per costruire una città su Marte. Voglio essere in grado di contribuire il più possibile”. Lo scorso maggio la Nasa si è affidata alla SpaceX del visionario imprenditore Musk, lanciando la capsula Crew Dragon da Cape Canaveral verso la stazione spaziale internazionale. A bordo il comandante Michael Hopkins, il pilota Victor Glover e la specialista di missione Shannon Walker, e un astronauta dell’Agenzia spaziale giapponese (Jaxa), Soichi Noguchi.
Per la prima volta nella storia il compito è stato affidato a un privato e non a un’agenzia statale. Elon Musk non sembrerebbe però essere l’unico a voler popolare il pianeta rosso: Jeff Bezos (Amazon) ha recentemente fondato Blue Origin che costruisce capsule e razzi riutilizzabili da inviare in orbita; Bill Gates (Microsoft) si diletta fra lo sviluppo e la produzione di antenne per le comunicazioni satellitari; Mark Zuckerberg (Facebook) è impegnato in un’organizzazione no-profit che vuole inviare piccole navicelle su Alpha Centauri, con l’aiuto di tecnologie laser. Il futuro per i magnati multimiliardari sembra essere una visione spaziale.