Onde dipinte sulla pietra e sull’asfalto, totem e pannelli informativi con codici digitali QR accessibili con Smartphone. Così il tracciato dell’antico Naviglio interno al centro storico sarà riprodotto sulla pavimentazione stradale dalla Darsena fino al Naviglio Martesana a Cassina de’ Pomm. Secondo la giunta arancione si tratterà un nuovo itinerario “da acqua ad acqua” di valorizzazione della città, secondo noi di una colossale presa in giro da parte di chi ci aveva promesso una riapertura – almeno parzale – dei navigli e invece ce li farà vedere solo dipinti.
Sta assumendo toni imbarazzanti, la sfacciataggine con cui gli arancioni spacciano per scelte, quelle che invece sono solo soluzioni di ripiego. Poco importa che sarà un progetto a costo zero finanziato da privati – ci mancava solo che lo facessero pagare a noi – ma sentire il vicesindaco con delega all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris dichiarare: “Vogliamo restituire ai milanesi e ai turisti la memoria storica e culturale dei Navigli, mostrando al mondo l’antico percorso delle acque, che sono un patrimonio e un simbolo dell’identità della nostra città”, fa storcere il naso a chiunque sappia che c’è una bella differenza fra ripristinare e ridipingere.
Di quanto prospettato a inizio mandato, si realizzeranno solo gli interventi di riqualificazione e valorizzazione della Darsena e le Conche dell’Incoronata e di Viarenna, che nel primo caso hanno sollevato più di una perplessità, mentre nel secondo e nel terzo sono opere di ordinaria manutenzione che seppur benvenute, non sono lontanamente vicine alle promesse fatte. Se questi sono i risultati della, tanto pubblicizzata, convenzione tra Comune e Politecnico di Milano, che doveva portare alla riapertura almeno parziale dei navigli, è evidente che i milanesi e la giunta, hanno ambizioni molto diverse per Milano.
Quelle strisce dipinte sull’asfalto, insieme ai molti rendering di progetti mai realizzati, saranno quello che la giunta Pisapia lascerà in eredità a Milano, insieme a molto altro da risistemare purtroppo.
La Critica