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domenica, 17 Novembre, 2024

Nasce Fondo Nazionale del Turismo, investimenti fino a 2 mld in alberghi storici

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di Martina Grandori

Dopo un’estate difficile per il turismo italiano, soprattutto per il turismo elitario che piaceva tanto agli stranieri, il governo lancia una ciambella di salvataggio al settore istituendo il Fondo Nazionale del Turismo (FNT).

In fin dei conti, la stagione non è andata del tutto persa, gli italiani hanno trascorso le vacanze nel Belpaese, ma comunque il calo drastico dei vacanzieri ricchi ha pesato molto sul settore turistico, è il momento di ripensare ad un patrimonio che ha potenzialità pazzesche ma non sfruttate come dovrebbero (rappresenta il 13% del Pil e il 15% dell’occupazione).

Storia già nota questa, nei talk show se ne discute spesso, uno spunto per rammaricarsi ma purtroppo questa è la nostra Italia. In prima linea in questo piano di riqualificazione e riassetto, il ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini, che sta lavorando “affinché un’importante parte del Recovery fund sia destinata a investimenti di riqualificazione nelle nostre strutture ricettive”.

I soldi stavolta non mancano, FNT potrà contare su dotazione di 2 miliardi di euro in 3-5 anni, 750 milioni della stessa Cdp, il resto di investitori terzi. Via libera quindi alla campagna acquisti, le strutture alberghiere iconiche e mozzafiato in Italia non mancano e l’auspicio è che la morsa del Covid non sia duratura.

Se si punta sempre più ad un turismo meno low cost e più colto, fondamentale aggiornare il make up a questi edifici dall’allure unica, ma anche fané. L’obiettivo è quello di supportare gli attuali proprietari delle strutture (ci sono ancora tantissime realtà a conduzione famigliare in luoghi gioiello dello Stivale) concedendo un diritto di riacquisto da esercitare nel lungo periodo e promuovere il reinvestimento dei proventi della vendita nell’attività di gestione, migliorando gli standard qualitativi della nostra accoglienza.

Uno dei punti cardine di questo rilancio del turismo, un salvagente economico in grado di far stare a galla anche quelle piccole realtà dell’accoglienza, che restano piccole e indipendenti dalle catene alberghiere internazionali, ma che sono un’aspetto irrinunciabile e ineluttabile del patrimonio turistico e culturale italiano. Il cinema fu antesignano nel captare il valore della bella Italia e delle sue pensioncine, quelle dove si trascorreva la villeggiatura, serviti e accuditi come a casa. Oggi da salvare.

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