Il presidente della Repubblica sta considerando seriamente l’ipotesi Mario Monti per un incarico a Palazzo Chigi. E contemporaneamente (siamo nell’estate 2011) l’allora amministratore delegato di Banca Intesa e futuro ministro del governo del Professore, Corrado Passera, prepara un documento segreto per rilanciare l’economia, da consegnare appunto a Giorgio Napolitano. Ecco le nuove rivelazioni che arrivano da quei mesi caldissimi per la politica.
Sono giorni caldissimi, spiega l’articolo-rivelazione di Alan Friedman pubblicato dal “Corriere della Sera”. Sono i giorni della lettera inviata dalla Banca centrale europea che chiede a Roma interventi per ridare stabilità all’economia del Paese. Quelli durante i quali lo spread tra Btp e Bund passa da 173 punti (primo giugno) a 301 (2 luglio). Quelli del declassamento dell’Italia ad opera di Standard & Poor’s.
Ecco dunque il piano di 196 pagine, firmato da Passera e proposto al Capo dello Stato. Un documento che Monti conosceva bene, e a cui, come disse lui stesso, “una volta con il presidente Napolitano mi è capitato, tra lui e me, di fare riferimento”.
Tra gli obiettivi emergono quello di una crescita del 2% all’anno, del bilancio in pareggio entro il 2012, del debito pubblico al 100% del Pil entro tre anni. Poi la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa, l’Iva al 23% entro settembre 2012, una patrimoniale del 2% sulla ricchezza immobiliare, i depositi bancari e i titoli di Stato.
Poi, con la recessione del 2012 il Pil scese del 2,4%, il deficit arrivò al 3%, il debito salì al 127%. L’Imu sulla prima casa arrivò effettivamente nel dicembre 2011, l’Iva salì al 21%, mentre la patrimoniale non fu mai adottata. E in quelle pagine si sente una grande fretta di intervenire, anche se al governo c’era un’altra maggioranza. Il documento sottolinea che “nelle ultime settimane si è perso un grande patrimonio di credibilità che occorre ricostruire al più presto”.
In questo quadro arriva il “Grande Piano di Rilancio per la crescita e la riduzione del debito”, con tutto ciò che, secondo Passera, serve “per rimettere in carreggiata l’Italia”. L’intenzione è quella di proporre quel documento al Paes condividendo benefici e sacrifici per evitare di mettere a serio rischio l’economia “e, forse, la nostra stessa democrazia”. Qualche mese dopo, Passera sarebbe stato incaricato da Monti di reggere il ministero dello Sviluppo economico.
La Critica