di Abbatino
Tre città capoluogo di regione, tre città dislocate nello stivale in punti diversi, tre grandi città che vanno al voto a ottobre e sulle quali la politica vede il futuro. No, non è Roma la città che in questo momento rappresenta un caso nazionale, perché il centro sinistra è diviso e ci sarà la Raggi che si ripresenta contro centro destra e PD. E non è una questione di nomi, ma di quadro politico. Il test diventa nazionale se è analogicamente sovrapponibile, altrimenti non lo è; sarà così proprio in queste tre città nelle quali non c’è un uscente cinque stelle e il movimento sembra ormai schiacciato a sinistra come non mai. È certo che a Napoli e Bologna parte in vantaggio il centro sinistra, ma attenzione alle sorprese. L’elettorato può risentire dell’onda lunga di Meloni e Salvini quindi premiare le coalizioni che portano una ventata di nuovo rispetto al PD, che appare sempre più logorato e puzza di vecchia politica lontano un miglio. Perché se è vero, come è vero, che questa esperienza pandemica ci ha cambiato tutti, la riprova non può che venire dalle elezioni anche soltanto amministrative. Le tre città chiave sono queste, a nord come a sud adesso ci sono nodi irrisolti. Il Pnrr non farà effetto almeno fino al prossimo anno, pertanto a cantieri fermi non possono che rombare i motori della campagna elettorale basata sulla immancabile situazione generale di pandemia e con un pizzico di localismo che, però, rischia di essere marginale. Centro destra o centro sinistra, tertium non datur. Svanisce nelle amministrative il terzo polo grillino, ormai sempre più allo sbando, e quando ci si richiama, come fanno alcuni, alle radici del movimento cinque stelle, vuol dire che ormai l’albero è stato tagliato.