Mustafa era sparito da casa sua, lasciando la sua famiglia, quando aveva solo 17 anni. I suoi familiari lo avevano cercato dappertutto, e dopo 6 anni senza sue notizie avevano perso la speranza di riabbracciarlo. Credevano che fosse morto. Mustafa, che ora 23 anni, stato ritrovato a Milano.
La sua casa e la sua famiglia sono in Guinea Conakry, e Mustafa era arrivato in Italia con uno dei barconi di clandestini. Qui non aveva appoggi, né parenti, né amici. Arriva a Milano e finisce per vivere in clandestinità, senza documenti, senza un’identità, senza una casa o un posto letto e soprattutto possibilità di lavoro. Fino a che, lo scorso giugno, è stato ritrovato a Milano, in stato confusionale, malnutrito e in precarie condizioni igieniche. È stato portato quindi al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Niguarda.
Li, i medici del centro di etnopsichiatria lo hanno curato. Il problema principale era che non si aveva idea della sua identità. E così iniziata una collaborazione, con un continuo scambio di informazioni, fra l’ospedale di Niguarda, l’ufficio immigrazione della Questura di Milano è il consolato della Guinea Conakry. Grazie alle informazioni fornite dall’ufficio immigrazione milenese con poche difficoltà il Console della Guinea è riuscito a ritrovare la famiglia del ragazzo.
Lo credevano morto. Dopo che era sparito da casa, lo avevano cercato per 6 anni senza mai avere sue notizie. Allora i poliziotti della Questura di Milano organizzato il rientro di Mustafà in Guinea Conakry con un volo di linea. Ad attenderlo all’aeroporto ci sarà tutta la sua famiglia, che non vede l’ora di riabbracciarlo.
Una storia per una volta finita bene. Mustafa era uno di quei ragazzi minorenni che arrivano in Italia senza avere agganci e finiscono presto a fare una vita senza speranze. A lui questa volta è andata bene e potrà riprendere a fare una vita dignitosa fra chi gli vuol bene, ma quanti altri di questi ragazzi vivono così, e diventano adulti senza mai poter rivedere i genitori?