Ha vinto Marquez e la Honda ha dominato come da pronostico della vigilia. Le cose ovvie in questa gara però finiscono qui perché tutto il resto era assolutamente impronosticabile ed impossibile da prevedere. Sul terzo gradino del podio, infatti, dopo una vita troviamo la Ducati ufficiale di un incredibile Andrea Dovizioso, capace di rimontare dalla 10esima posizione in griglia e cogliere un terzo posto che alla casa di Borgo Panigale mancava addirittura dal 16 settembre 2012 (2° posto di Valentino Rossi a Misano).
Se la Ducati gioisce e si gode un risultato assolutamente insperato chi mastica amaro è la Yamaha ufficiale che, ad Austin, ha vissuto una domenica da incubo. Che non fosse giornata per la scuderia di Iwata lo si è subito intuito quando Lorenzo è incredibilmente partito col semaforo rosso incappando in un ride through che lo ha costretto in fondo allo schieramento e ad affrontare una gara in salita chiusa con un misero 10° posto. Leggermente meglio è andata a Valentino Rossi che, per un quarto di gara, ha avuto la chance di lottare per il terzo posto ma poi è stato frenato da problemi evidenti di gomme e chattering che lo hanno costretto a rallentare e a chiudere all’8° posto.
Un pessimo risultato alla luce di ciò che poteva essere e non è stato. Soprattutto perché Marquez, Pedrosa e le Honda non sbagliano un colpo e gli avversari di Rossi e Lorenzo non stanno a guardare: a cominciare da Ducati che, dopo un biennio infernale, può finalmente sorridere e a godersi la dolce aria del podio.
ORDINE D’ARRIVO
1. Marc Marquez (Esp) Honda 43’33″430 alla media di 159,4 Km/h, 2. Dani Pedrosa (Esp) Honda a 4″124, 3. Andrea Dovizioso (Ita) Ducati 20″976, 4. Stefan Bradl (Ger) Honda 22″790, 5. Bradley Smith (Gbr) Yamaha 22″963 6. Pol Espargaro (Esp) Yamaha 26″567 7. Andrea Iannone (Ita) Ducati 28″257, 8. Valentino Rossi (Ita) Yamaha 45″519, 9. Aleix Espargaro (Esp) Yamaha 47″605, 10. Jorge Lorenzo (Esp) Yamaha 49″111.