“C’è chi sostiene che il vento dell’integralismo islamico che torna a soffiare ci debba far interrompere il dialogo con le comunità per il diritto di culto a Milano. La considero una tesi assurda. Superare i centri clandestini, semmai, può aiutare a contrastare chi semina odio”. Con queste parole l’assessore alle Politiche Sociali Pierfrancesco Majorino ha accompagnato l’annuncio di un bando prossimo per l’assegnazione di 4 aree a per l’esercizio del culto. L’obiettivo è naturalmente fornire ai musulmani abitanti a Milano un luogo per pregare, una moschea.
L’annuncio ha aperto la strada alle proteste degli esponenti del centrodestra milanese. In realtà, non da tutte gli angoli del centrodestra si sono levati decisi No: il coordinatore di Forza Italia Giulio Gallera ha infatti aperto alla costruzione di moschee su territorio milanese, dichiarando in un’intervista ad Affari Italiani di non avere nulla in contrario alla sua costruzione, a patto del rispetto delle regole e delle norme di Sicurezza necessarie.
Non sono d’accordo con questa visione né Alessandro Morelli, capogruppo della Lega Nord in Consiglio Comunale, né Riccardo De Corato, Fratelli d’Italia. Il primo ha dichiarato: “Pisapia ignora gli allarmi dei servizi segreti e va avanti con le moschee. Oltre 200 sono pronti alla jihad in Italia, ma lo struzzo mette la testa sotto la sabbia per accondiscendere chi lo ha sostenuto in campagna elettorale, un comportamento che pagheremo a carissimo prezzo. Nessuna parola di condanna per i massacri, nessun atteggiamento di distanza. Pisapia si rende complice politico di questi personaggi che nascondono frange pericolose per la nostra gente. Pisapia li vuole in mezzo a noi. Per questo ben venga la proposta della Lega regionale, bisogna togliere allo struzzo la possibilità di decidere per i milanesi attraverso referendum e leggi più restrittive”.
Riccardo De Corato, l’ex vicesindaco sceriffo, è se è possibile ancora più netto: “L’assessore Majorino difende l’indifendibile ed annuncia da settembre il bando per le moschee dietro l’imbarazzante giustificazione che attraverso un luogo di culto ben definito si può superare la clandestinità. Insomma che una moschea è ben più identificabile di uno scantinato. Majorino in pratica teorizza l’esatto contrario di quanto sta accadendo in buona parte del mondo e cioè della presenza di terroristi autoctoni. La nostra linea resta la stessa e cioè che fino a che proseguirà il massacro di cristiani in Medio Oriente, a Milano non esistono le condizioni per ipotizzare la costruzione di nuove moschee. Insomma, un discorso chiuso ancora prima di iniziare”.
Sull’ipotesi del referendum avanzata dalla Lega Giulio Gallera, nella stessa intervista ad Affari Italiani, risponde così: “L’idea è sbagliata. Un’amministrazione deve assumersi la responsabilità di fare alcune scelte”. Majorino invece afferma: “E’ una cosa incostituzionale, un ragionamento cinico e anche un po’ idiota. Non si può sottoporre a referendum il diritto di culto. E’ contro le leggi di questo paese, perché vorrebbe dire che una maggioranza può impedire a una minoranza l’esercizio di un proprio diritto. Io capisco che per raccattare qualche voto alzano, ancora una volta, questo tipo di polverone, ma proprio le vicende internazionali di questi anni ci devono spingere nella direzione di incentivare esperienze visibili e trasparenti”.
La fretta ideologica della giunta Pisapia rischia di non considerare le minacce alla sicurezza che in questi giorni abbiamo imparato essere reali: il reclutamento di terroristi jihadisti e la predicazione influente di Imam radicali sono realtà anche in Italia. Dall’altro lato il fronte di centrodestra dimostra di non avere una linea unica, con notevoli aperture ispirate da principi liberali.
La Redazione
