Si è presentata a sorpresa al porto de L’Avana, giovedì scorso, la nave-spia russa Viktor Leonov SSV-175 della classe Vishnya, le navi di intelligence. Tranquillamente è entrata in acque cubane e ha gettato l’ancora in un terminal per navi da crociera. Mercoledì scorso a Mosca , il ministro della Difesa , Sergei Shoigu , ha dichiarato che la Russia prevede di aumentare la sua proiezione militare all’estero, anche a Cuba, in Venezuela e in Nicaragua.
La nave intelligence russa a L’Avana è stata commissionato dall’Unione Sovietica nel 1988, verso la fine della guerra fredda, è dotato di apparecchiature di sorveglianza elettronica e sistemi di difesa antimissile ed è un gioiello dell’intelligence della marina russa.Alla luce di quello che è avvenuto in Ucraina e delle proteste che stanno mettendo in serio pericolo la presidenza di Maduro in Venezuela, è possibile che questa volta la Russia voglia prevenire la perdita di un alleato importantissimo in sud America come il Venezuela?
Non lo escluderei: il Venezuela è una potenza petrolifera nell’America del sud nonché uno dei paesi dell’area molto orientato ad essere un “satellite” della Russia. Visti i risvolti in Ucraina, Mosca non esclude che dietro le tensioni in Venezuela, che durano ormai da oltre un mese, vi sia la mano della Casa Bianca, che, vista la sua fallimentare politica interna, ha fame di nuovi alleati e soprattutto di quel petrolio che in Venezuela è ancora statalizzato al contrario del Messico che, ha annunciato la liberalizzazione del suo oro nero.
Il Washington Post ha subito accolto con favore la riforma messicana definendo il Messico un modello da seguire e prevedendo che diveterà il primo produttore di petrolio e gas dell’America latina, il Financial Times ha parlato di “voto storico del Messico per l’apertura del suo settore petrolifero e del gas agli investimenti privati , dopo 75 anni di sottomissione al giogo dello stato”. Forbes invece ha promesso al presidente del Messico Enrique Peña Nieto ch entrerà nei libri di storia.
Come si può constatare l’America Latina è un’area in continua evoluzione, specie in materia di petrolio, in cui gli Stati Uniti giocano un ruolo primario e la Russia non ha alcuna intenzione di rimanere fori dai giochi, anzi potremmo dire che sta giocando in attacco e non lo dimostra solo il fatto di ricorrere a vecchie politiche da guerra fredda, come l’utilizzo di navi spia ma anche per via di quei rapporti diplomatici, di collaborazione tecnologica e commerciale che sta stingendo nel mondo, non ultima ma sicuramente la più importante, l’alleanza per lo sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio dell’Artico, con il Giappone.
Infatti la società energetica giapponese Inpex Corporation ha raggiunto un accordo con il gigante petrolifero russo Rosneft per esplorare congiuntamente due giacimenti petroliferi russi oltre a un summit in materia di cooperazione e sicurezza tra i ministri della difesa e degli esteri di entrambi i paesi. Anche se l’incontro non è riuscito a fare notizia, è stato un passo significativo, dato che il Giappone ha tenuto riunioni simili solo con gli Stati Uniti e l’Australia. Per la Russia, questo è stato il suo primo incontro ” 2 +2″ con un paese asiatico.
Gian Giacomo William Faillace