“L’amore non è bello se non è litigarello”, alcuni dicono. In tal caso i membri della giunta Pisapia sono legati sicuramente da profondo affetto reciproco. L’ultimo scontro interno non sembra però così tanto amorevole, sembrano coltelli veri quelli che volano in casa Pisapia, logica conseguenza di una forzata convivenza tra persone provenienti da storie personali e formazioni politiche completamente differenti l’una dall’altra. L’unico collante finora sono state le rispettive poltrone.
In un’intervista sul Corriere della Sera l’assessore al Commercio Franco D’Alfonso ha lanciato ieri un attacco al suo collega alla guida del welfare cittadino, Pierfrancesco Majorino. Lo ha fatto criticando l’importo di spesa che le politiche sociali assorbono dalle casse comunali, ammontante a poco meno di 300 milioni all’anno. Secondo l’assessore D’Alfonso: “Non è pensabile che quasi 300 milioni di spesa possano essere considerati intoccabili e indiscutibili. È il modello che va rivisto, razionalizzato, riqualificato, perché altrimenti assistiamo a un trend inerziale che non è più sostenibile”.
Il teorico dell’ideologia arancione, uomo molto vicino al sindaco Pisapia, sferra un attacco che però appare volutamente confuso. Infatti, subito dopo si affretta a negare che sia necessario qualsiasi taglio, e tira in ballo gli altri enti: “Non è possibile non aprire un confronto con la Regione il cui bilancio assomma a 25 miliardi di euro. Ed evitare inutili doppioni e sprechi tra servizi della Asl e del Comune. Ci sia una regia unica: l’assistenza va coordinata”. E ancora corregge ulteriormente il tiro: “Dobbiamo e possiamo spendere di più. Ma per farlo bisogna cambiare radicalmente. Andiamo a vedere come è composta la spesa, come viene distribuita. Se ci sono doppioni, sovrapposizioni. Non è questione di semplice recupero di efficienza: è proprio il modello di welfare che va cambiato. Il welfare non può restare una black box politica”.
L’attacco così estemporaneo proveniente da uno degli uomini più vicini ai pensieri e alle opere (soprattutto alle omissioni) del sindaco di Sel, non può rimanere scollegato dalle questioni politiche che fin dall’inizio di questa “avventura” non mancano di creare di tensioni all’interno della maggioranza arancione. Suona cioè come un attacco politico verso l’uomo più forte del Pd a Milano, Pierfrancesco Majorino, dato spesso come possibile candidato sindaco nel 2016. Majorino è sostanzialmente il numero 2 della sinistra milanese, e l’avversario più temibile di Pisapia.
E infatti l’interessato non l’ha presa bene, sul suo profilo Facebook minaccia addirittura le dimissioni nel caso l’impostazione di D’Alfonso dovesse prevalere sulla sua: “Basta demagogie sulla pelle dei più deboli. Cosa dobbiamo tagliare ? I contributi per i poveri? I soldi per inserire nei centri i disabili? Riorganizzare il welfare non e’ un giochino. Lo stiamo facendo su assistenza domiciliare, servizi residenziali e tante altre partite. Lo stiamo facendo convinti che il tema non passi per la riduzione della spesa sociale (spesa gia’ assai ridotta nel tempo). Visto che D’Alfonso dovrebbe occuparsi di marketing territoriale gli direi di non fare della pessima pubblicità a Milano. Comunque il succo del mio ragionamento è chiaro e semplice: passa la sua impostazione mi dimetto in un secondo”.
Chi assiste dall’esterno a questo litigio familiare non può che rimanere perplesso. Lo scontro è tutto politico, e gli obiettivi sembrano essere diversi dal bene dei cittadini. Il coordinatore cittadino di Forza Italia, il consigliere comunale Giulio Gallera, non nasconde l’indignazione: “In soli due anni e mezzo di governo della città non si contano i litigi diuna maggioranza sempre più rissosa. Mi chiedo in che mani siamo finiti, è così che si governa la città più importante d’Italia? Dal 2011 ad oggi, Pisapia ha addirittura cambiato ben un terzo dei suoi assessori”.
“Il potere logora chi non ce l’ha, aveva detto Giulio Andreotti – prosegue nel suo attacco Giulio Gallera – qui sembra che il potere stia ampiamente logorando chi ha pieni poteri sulla città”. “Milano non merita di subire questo calvario soprattutto in vista di Expo, per questo chiediamo al sindaco di porre fine a questo squallido spettacolo a cui i milanesi sono costretti ad assistere quotidianamente: Pisapia stacchi la spina, dia le dimissioni in modo da poter tornare al voto il prima possibile” questa la richiesta di Gallera e di Forza Italia, logica conseguenza dell’evidente inadeguatezza di questa Giunta, litigiosa e immobile.
Gabriele Legramandi