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MILANO VIOLENTA. Tutti i crimini in città. 26 marzo 2014

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Arrestati per detenzione e spaccio di stupefacenti una 22enne italiana e un 20enne marocchino: la coppia residente in via Giambellino aveva oltre 4 Kg di hashish e 1200 euro in contanti. L’arresto è avvenuto in seguito ad una informazione confidenziale ricevuta dagli agenti di polizia del commissariato di Porta Genova che hanno poi condotto le indagini arrivando alla perquisizione domiciliare. Nella casa dei due spacciatori sono stati rinvenuti oltre 4 Kg di hashish ben nascosti e contanti per un totale di 1200 euro presumibilmente provento di attività illecite. 

Arrestati tra sabato e domenica tre ladri intenzionati a svuotare le biglietterie automatiche della metropolitana, alla fermata della linea rossa di Sesto Rondò: si tratta di padre e figlio, italiani, B. V. e A. V., di 45 e 18 anni, e dell’egiziano A.S. di 29 anni. L’accusa è di tentato furto e detenzione di oggetti per lo scasso come piede di porco, martelli e cacciaviti che i tre avevano in uno zaino. A far scattare l’intervento degli agenti di Polizia di Sesto San Giovanni è stato l’allarme della stazione della metropolitana, alle 2 di domenica: giunti sul posto hanno trovato la serratura della porta di accesso forzata e mezza aperta. Entrati nella fermata di Sesto Rondò, in quell’orario solitamente chiusa, gli agenti hanno sorpreso i tre uomini nei pressi dei tornelli, già bloccati dal servizio di vigilanza dell’Atm. Trovati in possesso di numerosi attrezzi per lo scasso, nascosti in uno zaino, padre, figlio ed egiziano sono stati arrestati per tentato furto. Si presume mirassero ai soldi contenuti nei distributori automatici di biglietti. Gli scorsi giorni un simile episodio si è verificato alla fermata della metro di Cologno Nord, nella notte tra il 12 e il 13 marzo. Erano stati arrestati per furto aggravato un 30enne italiano e un 24enne moldavo sorpresi in flagranza di reato mentre con tentavano di svuotare i distributori automatici di biglietti armati di grossi cacciaviti e piedi di porco da cui avevano già preso 3mila euro prima di finire in manette per man dei carabinieri.

 I finanzieri del Comando Provinciale di Milano hanno eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare, di cui 10 in carcere e 1 ai domiciliari, disposte dal gip Chiara Valori, nei confronti di altrettanti soggetti appartenenti ad un’associazione a delinquere operante a Milano e dedita al traffico di sostanze stupefacenti. Le attività investigative, svolte dal gico del Nucleo di Polizia Tributaria di Milano su delega del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Cecilia Vassena e con il coordinamento del Procuratore Aggiunto Ilda Boccassini, hanno consentito l’attività dell’associazione, capeggiata da un pluripregiudicato di nazionalità serba, già condannato all’ergastolo per l’esecuzione, tra l’altro, di due omicidi. Lo stesso si trovava in regime di “semilibertà” grazie alla compiacenza di un professionista, cancellato dall’ordine del Avvocati di Milano, che si è prestato a costituire una società con l’esclusivo fine di assumerlo “formalmente” alle proprie dipendenze. All’interno degli uffici della società, il soggetto serbo non svolgeva, in realtà, alcuna attività lavorativa ma riceveva i suoi “collaboratori” per pianificare i traffici illeciti, eludendo le disposizioni relative al regime alternativo a cui era sottoposto. Nell’ambito dell’operazione, alla quale ha fornito supporto anche il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza, sono stati sequestrati circa 10 kg. di cocaina, rinvenuti in un box nella disponibilità del sodalizio.

Furto da 8mila euro e impianto audio marca Bose in un ristorante di via Cadolini: ad accorgersene stamani i dipendenti, all’apertura. 
A quanto emerge dalle prime ricostruzioni ignoti si sarebbero introdotti nel locale in nottata forzando la porta della cantina, sul retro. Una volta all’interno del ristorante, i ladri si sono impossessati di 8mila euro in contanti, dell’impianto audio marca Bose e di numerose bottiglie di vino. Ad allertare le forze di Polizia il personale che ha effettuato l’apertura del locale, stamani, alle 9.20.

Aggressione stamani alle 7.15 in via dei Transiti: la vittima è una 34enne brasiliana priva di documenti, soccorsa in ospedale in codice verde. 
A chiamare i soccorsi è stata la vittima stessa che ha riferito di essere stata picchiata da ignoti mentre si trovava per strada. Gli agenti giunti sul posto hanno trovato la donna già nelle mani dei soccorritori del 118, ubriaca e con il viso tumefatto: non ha saputo descrivere i suoi aggressori e ha dichiarato di non conoscerli e di essere stata picchiata per futili motivi. 

Arrestati per rapina aggravata una 28enne ecuadoriana e un 32enne tunisino che ieri alle 20 all’Oviesse di corso Buenos Aires hanno tentato di rubare un profumo picchiando un vigilante senegalese di 45 anni. Entrambi i fermati hanno precedenti, sono senza fissa dimora e sono stati anche indagati perché privi di permesso di soggiorno. Ad allertare le forze dell’ordine è stata una giovane dipendente del negozio riferendo che la coppia era entrata in negozio attorno alle 19.30 aggirandosi con fare sospetto e attirando l’attenzione del sorvegliante senegalese che li ha seguiti. Sentendosi gli occhi addosso i due si sono divisi: la donna si è diretta nel reparto profumeria trafugando un profumo da 80 euro e poi tentando di uscire, bloccata dall’allarme dell’antitaccheggio.  Il tunisino è subito giunto in aiuto della complice aggredendo il sorvegliante che nel mentre era intervenuto chiedendo alla donna di mostrare il contenuto della borsa. E’ nata una colluttazione in cui il senegalese è stato violentemente spintonato e colpito con un pugno in faccia ma è riuscito a bloccare il tunisino mentre la donna ha lanciato il profumo rubato sotto un’auto, refurtiva poi recuperata. Con l’arrivo degli agenti, i due sono stati arrestati per rapina aggravata, il sorvegliante ha rifiutato le cure mediche. 

Arrestato per maltrattamenti in famiglia e lesioni continuate un pluri-pregiudicato 42enne che da novembre 2012 ha mandato all’ospedale la compagna 38enne per ben 15 volte, con ferite guaribili in periodi dai 7 ai 21 giorni. La donna non lo ha mai denunciato, per amore e per timore, lui è un noto truffatore e falsario, lei una ex postina, i due convivevano “a singhiozzo” a casa di lei, non avevano figli. L’arresto è avvenuto il 22 marzo, sabato pomeriggio, a Rho, dove gli agenti del commissariato di Polizia locale sono intervenuti mettendo in manette l’uomo, Massimiliano P., proprio mentre era in giro con la vittima, Donatella C.. Ora si trova nel carcere di Busto Arsizio. L’operazione è scattata in seguito all’ordinanza emessa dal gip di Busto Arsizio Patrizia Nobile, in risposta ad una informativa dettagliata presentata dal commissariato di Rho Pero il 26 febbraio con cui si chiedeva di poter procedere nei confronti dell’uomo nonostante l’assenza di denunce a suo carico. Le indagini sono iniziate quando gli agenti sono intervenuti a casa di Donatella C. lo scorso 16 febbraio: era la prima volta che la vittima si rivolgeva al 113 per aggressione subita. Da questo episodio si è iniziato ad approfondire la situazione della 38enne che anche in questo ultimo episodio si è rifiutata di denunciare il compagno. In seguito ad accertamenti ed indagini sono emersi 15 episodi di violenza subiti dalla donna dal 25 novembre 2012 ad oggi, tutti mai denunciati, in cui la vittima si era recata presso differenti ospedali dell’hinterland con ferite da prognosi variabili dai 7 ai 21 giorni.  Delle aggressioni “collezionate” dalla donna, le ultime due sono le più gravi: l’8 gennaio 2014, a quanto emerge dai certificati medici, l’uomo l’avrebbe colpita ad un orecchio e al labbro con un telecomando, afferrandola alla gola e prendendola a calci sulla mandibola e a ginocchiate sul petto. La prognosi era stata di 21 giorni. Sono stati 15 i giorni di prognosi dell’ultima aggressione subita in silenzio, prima del 16 febbraio: l’episodio è del 2 febbraio e la donna in quel caso aveva subito la presunta frattura del setto nasale e lesioni cervicali.
Dal 2012 fino all’inizio delle indagini del 16 febbraio 2014, la situazione della donna non era stata segnalata, né dalla stessa protagonista né dagli ospedali dove lei stessa alternava le cure. Arrestato sabato, l’uomo, già noto nel quartiere come falsario e truffatore, ora si trova nel carcere di Busto Arsizio con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni continuate. 

La Critica

 

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