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venerdì, 22 Novembre, 2024

MILANO, TASSISTA IN COMA DOPO UN'AGGRESSIONE. Ancora un altro grave episodio: Milano è davvero una città violenta?

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Su certe cose non si vorrebbe mai aver ragione, ma purtroppo la città che raccontiamo da ormai alcuni mesi è proprio una Milano violenta. Ieri sera l’ultimo episodio, che ancora una volta riguarda un tassista. Alle 20:34 di domenica sera in via Morgagni un tassista di 68 anni non dà la precedenza a 2 pedoni, un uomo e una donna incinta, che invece pretendono sia loro, scatta il diverbio che si risolve con il pedone che colpisce ripetutamente al volto il tassista con delle bottiglie d’acqua. Il 68enne cade a terra e non si rialza più, in coma. Ora è ricoverato all’ospedale Niguarda in condizioni critiche.
Dopo poche ore l’aggressore è stato identificato: è un uomo sulla cinquantina, abitante nella zona, sul quale sono in corso accertamenti da parte della Polizia.

L’episodio richiama inevitabilmente alla memoria quello triste e tragico di Luca Massari, tassista morto per le percosse subite dal fidanzato della donna a cui aveva investito e ucciso il cagnolino. Era il 2010, e dopo giorni passati in coma a lottare per la vita Luca non ce l’aveva fatta.

Non sono però purtroppo casi isolati. Sul posto sono immediatamente giunti i tassisti colleghi del radiotaxi 8585, per cui la vittima dell’aggressione prestava servizio. Ai giornalisti hanno segnalato che si tratta della 3° aggressione subita da un tassista solo nell’ultima settimana, chiedendosi cosa aspettano le istituzioni a intervenire per garantire la loro sicurezza sul lavoro, essendo intollerabile il ripetersi continuo di simili atti. Questo mestiere infatti è inevitabilmente il più esposto ad aggressioni e violenze, e i raptus di rabbia delle persone incontrate per strada possono trasformarsi molto facilmente in tragedie.

Aggressioni però che a Milano si sono recentemente verificate non solo sui tassisti: sabato notte un uomo di 63 anni è stato trovato morto nella sua 500 in una strada di lambrate, periferia est della città. Sono stati due colpi di arma da fuoco direttamente alla testa ad ucciderlo, penetrati dal parabrezza anteriore. L’uomo, Pietro Mannisi, aveva dei vecchi precedenti penali per spaccio di droga, di armi e per ricettazione, è uscito dal carcere l’ultima volta nel 2004. La pista più plausibile sembra un regolamento di conti nell’ambito della criminalità comune.

Milano quindi è troppo spesso città violenta. Non ci sono colpe, forse responsabilità, delle istituzioni amministrative e delle forze dell’ordine pubblico. Questo stato di cose però deve essere tenuto in considerazione da chi amministra la città, senza mai abbassare la guardia sui temi della Sicurezza, cosa che peraltro avviene regolarmente. Deve essere garantita innanzitutto la sicurezza sul lavoro dei tassisti, quotidianamente esposti a violenze e aggressioni di ogni tipo, senza i mezzi per difendersi. Non si può e non si deve abbandonare Milano al caos della violenza, ma far si che diventi sempre meno violenta e più sicura per i cittadini che la vivono.

Gabriele Legramandi

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