Ormai il NO sembra essere diventato sinonimo di violenza. Le ultime conferme le abbiamo avute ieri, quando le sedi dei principali giornali a Milano si sono ritrovati i muri e le insegne imbrattate con scritte nere: “No Tav”. Una sorta di minaccia velata, un avvertimento, un “vi controlliamo” da parte di quelle frange più estreme, radicali e violente a cui ormai è abbandonato il movimento contro la Tav in val di Susa, simbolo di lotta e resistenza contro lo stato.
Rimanendo nel fronte del NO, ritroviamo un altro episodio spiacevole accaduto domenica scorsa sempre a Milano. Da molti mesi ormai l’opposizione dei cittadini alla realizzazione del canale contenuto nel progetto legato ad EXPO delle “vie d’acqua”, si sono costituiti in comitati, il più attivo dei quali si chiama appunto “No Canal”. Domenica scorsa hanno tenuto una manifestazione nel Parco delle Cave, quel parco che dovrebbe essere consistentemente ridimensionato dal canale progettato, un consigliere di Forza Italia di Zona 7 però ci denuncia un fatto decisamente spiacevole accaduto durante la sfilata del comitato: “I muri della Cascina Caldera sono stati imbrattati con scritte No-Tav in occasione della manifestazione No Canal tenutasi domenica scorsa nel Parco delle Cave. Sembrava una bravata attribuibile a qualche esagitato, ma dopo quello che è accaduto a Milano la scorsa notte mi sento in dovere di denunciare l’accaduto”.
Niente di particolarmente preoccupante, se non che il proprietario agricoltore della Cascina Caldera è notoriamente favorevole al progetto delle Vie d’acqua, e quando domenica i comitati sono passati nella loro manifestazione vicino la cascina sono partiti cori all’indirizzo proprio dell’agricoltore Franco Zamboni. L’episodio segnalato dal consigliere De Chirico suona quindi come una minaccia, della stessa famiglia di quelle recapitate ai giornali di Milano attraverso sempre le scritte dei No Tav.
Proprio da questa somiglianza nasce la preoccupazione che le stesse frange estreme e radicali, anarchiche, legate al substrato alternativo dei centri sociali milanesi, siano penetrate anche nel movimento contro la realizzazione del canale nei parchi del nord-est di Milano. “L’alleanza tra No Canal, No Tav – osserva sempre Alessandro De Chirico – e certi ambienti vicini ai centri sociali lascia presagire che i toni vogliano essere esasperati a tutti i costi e che non si voglia trovare una mediazione. Quella che era nata come una manifestazione d’opinione contraria al progetto della Via d’acqua rischia di sfociare in atti di violenza, mentre continuano i presidi organizzati per bloccare le ruspe di Expo. Mi auguro – conclude il consigliere di Forza Italia – che i cittadini per bene del Comitato No Canal, amanti dei parchi e del verde, prendano le distanze dai teppisti e che isolino i facinorosi per evitare che il giusto diritto di dissentire diventi occasione per scatenare l’odio”.
E ce lo auguriamo tutti. La violenza e le minacce di quelli che vogliono solo il caos devono essere arginati dagli stessi cittadini milanesi.
Gabriele Legramandi