È un’aria tesa e nervosa quella che si respira in questi giorni nei corridoi della politica milanese. L’approvazione del Bilancio procede non senza incidenti, l’avvicinarsi delle elezioni amministrative diventa argomento sempre più discusso, parlare di moschee sotto il flusso delle notizie che continuano ad arrivare dal Medioriente scalda gli animi dei nostri politici.
La giornata di ieri inizia al mattino, Pisapia è ospite di una trasmissione su Radio Capital: “Pronto a sfidare Salvini? – risponde interrogato da un giornalista sulla possibilità di avere come avversario nel 2016 il segretario della Lega Nord – Anche nelle recenti elezioni Salvini e la Lega hanno preso il 7%, il centrosinistra ha superato il 52%, non ho problemi, sarà una sfida divertente”. Non tarda la replica di Matteo Salvini: “Forse lui si diverte, ma i Milanesi si stanno divertendo molto meno”.
Il segretario della Lega Nord poi si è recato in via Enrico Fermi, vicino al quartier generale di via Bellerio, dove armato di scala e giubbotto rinfrangnte, ha coperto con uno scatolone un autovelox. Il gesto è una protesta a seguito dei dati del Sole24Ore pubblicati ieri, che indicano Milano come città col più alto livello di multe pro-capite (170,50 per ogni patentato). Prontamente Maran gli dà del cretino su Faceook: “Qualcuno può chiedere a Matteo Salvini come mai è andato a fare il cretino oscurando uno degli autovelox di Milano e non uno dei 17 di Verona dove governa lui e dove ne stanno per installare altri 20?”.
Tutto questo fuori dall’Aula, dove per le 14 era stata convocata la seduta delicatissima sul Bilancio di Previsione 2014. Ieri già un pasticcio è stato riconosciuto e fermato dal voto unanime dell’Aula: il capogruppo della Lega Nord Luca Lepore ha notato come nel pagamento delle tariffe di Area C era prospettato che rientrassero anche le auto ecologiche. Preparato un emendamento per cancellare tale possibilità, non c’è stato problema da parte di tutte le forze politiche a votarlo, nonostante l’assessore D’Alfonso avesse espresso il parere favoravole (contrario all’emendamento di cancellazione) della Giunta.
Sempre ieri il sindaco Pisapia aveva fatto un appello ai partiti perché si arrivasse all’approvazione del bilancio entro fine luglio. Oggi in Aula però si è perso più di un’ora nella bagarre sulla questione palestinese: la consigliera di Rifondazione Comunista Anita Sonega, si è presentata in Aula con addosso un cartello: “Gaza. Più di 500 vittime civili e muore un bambino ogni novanta minuti. Indignamoci”. Al gesto, il centrodestra ha risposto chiedendo al presidente Basilio Rizzo di invitare la consigliera a togliere il cartello. Rizzo si è rifiutato: “Non posso certo metterle le mani addosso”. A quel punto Il centrodestra ha chiesto la sospensione della seduta e Giulio Gallera di Forza Italia ha esposto una bandiera di Israele: “Se lo può fare Sonego lo posso fare anche io”. Tra schermaglie e richieste di togliere tutti i cartelli, dopo un’ora la situazione si è risolta con un minuto di silenzio “per le vittime in Medioriente”.
A quel punto si è potuto riprendere con la discussione sul Bilancio, anche se ormai era chiaro a tutti che non sarebbe stata una discussione veloce e serena come auspicato. Notevole e neanche troppo provocatoria la proposta del consigliere radicale Marco Cappato, che con un emendamento ha messo ai voti dell’Aula la vendita dello stadio di San Siro. La proposta è stata respinta, con 23 voti contrari, 7 a favore e 8 astenuti, con posizioni trasversali all’interno dei singoli partiti.
Poi la sentenza del polemico consigliere socialista Roberto Biscardini, già da mesi in rotta con la maggioranza di Palazzo Marino e in particolare con gli assessori di Pisapia. “Stiamo emendando un pastrocchio” ha sentenziato Biscardini, in presenza di “un piano parcheggi che è ancora quello di Albertini mentre non si vede una nuova politica di mobilità. Questa ‘nuova politica’ sta tutta in delibere di giunta” sulle transazioni sui progetti. “Sono varianti? Se lo sono – ha proseguito devono passare dal consiglio” che invece “viene calpestato dagli atteggiamenti della giunta, assente dall’aula e nemmeno disponibile al dialogo e al confronto. Certi atteggiamenti spocchiosi non piacciono” e in particolare, sul tema dei parcheggi “non accetto la visione che ha l’assessore all’Urbanistica, di una citta’ coperta da un tappeto di auto. Non mi si dica che l’assessore ambisce a una politica ambientale, e la questione e’ di visione, oltre che di forma e di metodo”. L’intervento di Biscardini ha raccolto l’applauso dell’opposizione e il sostegno di Raffaele Grassi di Valori per Milano che ha detto di “condividere in tutto” le sue parole. Bocciati però dalla maggioranza tutti gli emendamenti proposti.
Terminata la seduta, una sola certezza: impossibile arrivare entro fine luglio all’approvazione del Bilancio. In due giorni infatti sono stati discussi solo 15 emendamenti sui 678 presentati, e nonostante le convocazioni di oggi, domani, e dei primi tre giorni di settimana prossima, l’approvazione prima della pausa estiva è ormai un miraggio. La proposta di Riccardo De Corato, Fratelli d’Italia, è di “arrivare alla prossima settimana con un accordo di massima, da definire poi alla ripresa di settembre. Non intendiamo cedere accelerando questa batosta sui milanesi preparata dalla giunta”. La replica del capogruppo del Pd Lamberto Bertolé tenta invece di velocizzare le operazioni: “Io spero che ci sia la possibilità di non rinviare il voto e di avviare quindi le opere pubbliche, e che il clima costruttivo in aula per il pacchetto fiscale si riproponga nelle prossime sedute con un esito positivo prima di agosto”. Nella conferenza dei capigruppo dall’opposizione è arrivata anche la proposta di proseguire i lavori la prima settimana di agosto, non accolta al momento dalla maggioranza.
Questa la cronaca di un fine luglio milanese, incandescente in politica tanto quanto vorremmo lo fosse nel clima.
Gabriele Legramandi