Sabato 7 febbraio 2015 a Milano in piazza della Scala sotto Palazzo Marino i cittadini si sono trovati con i sindacati , a manifestare chiedendo il rispetto per le famiglie in difficoltà che hanno bisogno di una casa e chiedendo per gli inquilini sfrattati scelte più giuste e diverse.
Braccio di ferro tra inquilini, sindacati e la Giunta del Sindaco Pisapia e Regione Lombardia.
La situazione continua ad aggravarsi, troppe famiglie aspettano anni per avere un alloggio e si moltiplicano il numero degli sfratti per morosità incolpevole, avendo ormai perso in molti il posto di lavoro.
Presenti in Piazza centinaia di cittadini che urlavano lo slogan: “CASE SUBITO – CASE SUBITO “ apre il comizio Gianni Belli dell’Unione Inquilini, la situazione è peggiorata, è drammatica troppe persone in strada, la soluzione non è più un albergo rifugio ma il dormitorio e ora nemmeno quello. Oggi il governo Renzi a Milano rappresenta l’Expo sulla difesa del cibo, ma noi vogliamo una casa, blocco degli sfratti, assegnazione dei 10 mila alloggi sfitti, garanzia del passaggio da casa a casa per non sfasciare le famiglie. Gli inquilini non ce la fanno più a pagare questi affitti. La Regione vuole aumentare ancora i canoni, il diritto alla casa deve esserci per tutti e gli affitti devono essere compatibili al reddito. Milano deve essere la città dei diritti.
Interviene Leo Spinelli segretario generale del Sicet Milano abbiamo chiesto a chi abita nelle periferie di scendere in piazza e mobilitarsi per il problema della casa, per chi ha perso la casa o per chi è stato sfrattato.
Ogni giorno avviciniamo famiglie che ci raccontano la loro disperazione, con uno sfratto imminente e si trovano nell’impossibilità di trovare una casa con un affitto sostenibile al proprio reddito.
Sono invisibili sostiene Spinelli quegli Inquilini con alloggi popolari dove non funziona il riscaldamento con servizi igienici pessimi. Sono invisibili quando fanno richiesta di una casa popolare, invisibili quando subiscono uno sfratto, invisibili quando richiedono al Comune una soluzione transitoria che non li lasci in mezzo alla strada. Invisibili quando chiedono un contributo all’affitto.
Sarebbe ora di capire che gli affitti del libero mercato si sono spinti oltre la possibilità di qualsiasi famiglia. Che il reddito di molte famiglie non supera la soglia dei 14 mila euro,ed è in continua riduzione, basterebbe capire che è necessario un canone sostenibile, serve con una legge nuova, che stabilisca un canone sociale e non un canone moderato, convenzionato o concordato.
Ci saremmo aspettati che l’amministrazione comunale avesse condiviso queste scelte, stanziando le risorse necessarie per un percorso virtuoso. Non è stato cosi, nell’assessorato alla casa, sono cambiati due assessori, tre direttori centrali e non è migliorato niente.
I quartieri popolari e le periferie sono state abbandonate all’oblio, una situazione cosi grave non si era mai verificata. Bisogna ripristinare la legalità, il degrado delle periferie lo si ottiene solo con la riqualificazione edilizia con la rigenerazione sociale e urbana non con l’esercito.
Chiediamo che il Comune apra un confronto serio con tutte le associazioni sindacali che hanno messo sul tavolo diverse soluzioni.
Passa la parola a Stefano Chiappelli del Sunia, sono necessarie risposte da parte del Comune di Milano e della Regione Lombardia, alle 23000 famiglie che chiedono una casa popolare ai 15000 sfratti per morosità incolpevole. Sono necessarie nuove politiche, interventi strutturali per l’emergenza casa . Siamo in una nuova emergenza sociale e bisogna che ci rendiamo conto, prima che sfoci in situazioni assai pericolose.
Ci richiamiamo alle parole del Presidente della Repubblica che ha detto che bisogna farsi carico e dare voce alle esigenze dei cittadini, bene, il problema casa è elemento di maggiore sofferenza, oggi le istituzioni sono lontane da queste problematiche.
Chiederemo al Governo di ripristinare la proroga agli sfratti, chiederemo un accordo alle prefetture per riuscire a consentire il passaggio da casa a casa negli sfratti esecutivi. Cercheremo di sensibilizzare il Comune di Milano, la Regione Lombardia ed anche il Governo Nazionale di aumentare l’offerta del pubblico e delle case popolari per dare una risposta alla emergenza abitativa. Chiederemo un fondo straordinario al Ministro Lupi, per recuperare quella vergogna che esiste a Milano dei 10mila alloggi sfitti ancora non assegnati, visto che lui è nato in un quartiere popolare nella periferia di Baggio e conosce bene il problema.
No! alla legge della Regione Lombardia che ha messo in vendita 10 mila alloggi popolari, prevedendo la mobilità forzosa, che consentirà di sfrattare quelle famiglie che non saranno in grado di acquistare la casa. No! al licenziamento dei lavoratori di Aler per risanare il buco di Bilancio.
Come avete letto la battaglia si fa dura, intanto famiglie intere continuano a soffrire.
Angelo Claudio Ottaviani – MDP