I tempi cambiano, si vede. Dopo un inverno autunnale ecco un’estate primaverile, che ha il merito se non altro di regalarci magnifici prati verdi e piante rigogliose come mai d’estate. I tempi cambiano anche per la sinistra, e cambiano di molto, se come prossima location della festa dell’unità milanese il PD pensa a piazza Gae Aulenti.
L’idea è del segretario democratico cittadino, il più renziano di Renzi Pietro Bussolati, che tenta di rivoluzionare anche il concetto di salamella e lambrusco come simbolo di Unità. “Tradizione e innovazione” lo slogan secondo Bussolati della nuova festa dell’unità, soprattutto in vista di Expo. “Quest’anno abbiamo recuperato il marchio delle festa dell’Unità, che per la nostra gente significa moltissimo. Ma dobbiamo, soprattutto a Milano e soprattutto nell’anno di Expo, esplorare nuovi luoghi. E piazza Gae Aulenti è la soluzione migliore”.
Su quella piazza e sull’intero intervento di riurbanizzazione, però, i vecchi compagni ci avevano fatto una battaglia politica con il coltello tra i denti. La logica del cemento secondo i democratici era l’unico vero lume guida di questo ed altri progetti urbanistici che hanno trasformato alcune zone di Milano. Quartieri di cemento per super ricchi, ai quali la sinistra milanese ha mosso guerra.
Sarà un bel colpo spostare la festa dell’Unità da qualche pratone con palco in periferia a una piazza al centro di mega grattaceli che ospitano gli uffici della finanza milanese. Un colpo innanzitutto economico: 100.000 euro sarebbe il costo della piazza, trattative sono comunque in corso con la giunta.
I tempi sono cambiati, e la piazza della sinistra diventa glamour, chic. L’ideologia contraria al “cemento” si ammorbidisce di fronte al successo del moderatismo renziano. Alla salamella affogata dal lambrusco in Gae Aulenti i nuovi compagni potrebbero preferire il sushi, con un calice di vino bianco frizzante; ai classici complessi di musica balcanica musica elettronica, lounge, per i più disposti un po’ di jazz; alla maglietta rossa di Che Guevara d’ordinanza una camicia ben ordinata, con un golfino allacciato al collo.
Gabriele Legramandi