Sabato ho avuto l’onore di moderare un bell’incontro di militanti e consiglieri di zona. Il tema era la ricomposizione del Centrodestra in vista delle elezioni comunali 2016. E’ stata un’occasione di analizzare quell’unico fiume disperso in mille rivoli che dovrebbe essere lo schieramento dei Moderati, e devo dire che le cose che univano erano molte, a partire dalla scelta delle primarie.
Un’altra cosa univa le varie sigle presenti: un’irriducibile sete di controllo sull’economia. Di primato dello Stato. Di una visione organicistica che starebbe stretta persino a qualcuno in SEL. Di tasse da estendere, anche alle prostitute. Per qualcuno anche alle droghe. Estendendo all’infinito il perimetro del controllo statuale sulla vita dei sudditi.
La vetta più alta di questa visione l’ha fornita Girthanner coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia. Il suo è stato un intervento lucido e preciso, senza sbavature o errori: lo Stato deve controllare l’economia. Si parlava delle slot machines: lo Stato deve prevedere che se consente a qualcuno di installarle poi dovrà curare la ludopatia. Anzi, lo Stato deve limitare questa insensata avidità. Al che mi sono permesso di chiedere di quale avidità si stesse considerando: quella del privato che prende circa il 7% a puntata o quella dello Stato biscazziere e spacciatore che incassa il 93%. Girthanner lucidamente ha replicato che il compito dello Stato, in qualsiasi forma fosse proteggere l’individuo da se stesso e la società dalle aperture liberiste.
Già, il problema. Il problema, e la storia ce lo insegna, è lo Stato. O almeno, lo è per una destra vincente nel mondo che ha cambiato la prospettiva di economie declinanti divenute di nuovo vincenti. Inghilterra. Usa. Svezia, incredibile dictu! Tutti esempi di disastri statalisti rimediati da un’apertura alla libertà. Perchè, perchè l’Italia non si può unire a questo glorioso club? Perchè la Libertà economica fa paura. E’ uno spettro che destabilizza le rendite, che ti mette con le spalle al muro. Ed oggi molti tra chi fa politica vogliono solo orizzonti noti e terreni saldi su cui camminare. Sarò ingenuo ma mi sarei aspettato una sollevazione tra i giovani amici liberali presenti, una reazione che non c’è stata. O almeno è mancata tra chi mi aspettavo si sarebbe indignato.
Per essere precisi, però, una reazione c’è stata in effetti. Non tra i Consiglieri di Zona, però. Quando è venuto il suo turno, dopo aver aspettato tra il pubblico, Giulio Gallera, il coordinatore cittadino di Forza Italia, ha rivendicato orgogliosamente l’idea che sì, senza lo Stato si sta meglio. Ha ricordato come la Lombardia sia stata la locomotiva d’Italia proprio per questa scelta di campo. Ha ribadito senza paura che meno Stato si può e si deve rivendicare, anche di fronte ad alleati reticenti, anche quando la cosa può dividere. Perchè la Libertà è l’unica ideologia che il Novecento ha considerato eretica, ed è quindi l’unica che gli anni Duemila possono rivendicare come propria.
Sono andato via dal convegno felice. Esiste ancora chi non si è arreso al Salvini pensiero, chi lo può sfidare e chi può batterlo. La Libertà è una causa per cui combattere anche la più disperata delle battaglie. E questa, per una volta, non è nemmeno così disperata.
Luca Rampazzo