Torna anche quest’anno, dal 4 al 14 settembre, la rassegna cinematografica milanese per eccellenza. Il programma non deluderà, e prevede 10 lungometraggi e 58 corti, provenienti da 32 paesi differenti e, ad aggiungersi alle proposte del festival, 16 film della rassegna The Outsiders, dedicata alle opere che il circuito distributivo italiano non proietta. Altro protagonista sarà il cinema come strumento di indagine e denuncia sociale, con i 15 documentari della sezione Colpe di stato.
Non sono mancate le polemiche, “Il Milano Film Festival non conosce crisi, ma la crisi conosce bene il Milano Film Festival”. Così ha commentato Beniamino Saibene, presidente di quell’impresa culturale esterni che è da sempre cuore e motore della rassegna. Una battuta che restituisce l’impegno sempre più serrato nel fare equilibrismi gestionali tali da mantenere alta la qualità dell’evento – semmai migliorarla – a dispetto della difficoltà sempre crescente di reperire risorse. “A un anno da Expo ci aspettavamo una risposta maggiore” continua Saibene, riferendosi non tanto all’ente che ha faticosamente portato Milano all’appuntamento del 2015, quanto piuttosto a una città che sembra non essersi fatta affascinare e suggestionare dall’occasione. Ma nonostante tutto il festival è partito anche quest’anno e cercherà nel suo piccolo di ricreare il più possibile una Venezia in miniatura.
I luoghi nevralgici del festival saranno il Teatro Strehler, dove avvarranno la maggior parte delle proiezioni di corto e lungometraggi, Parco Sempione che ospiterà il maxischermo all’aperto e il bar: qui oltre alle proiezioni si svolgeranno dj set e feste. E poi ancora il Teatro Studio Melato, lo spazio Oberdan, Cascina Cuccagna e il Teatro dell’arte in Triennale.
Il programma prevede un fitto susseguirsi di eventi; sul sito internet www.milanofilmfestival.it/daybyday_2014 è possibile consultare l’elenco dettagliato giorno per giorno.
Simona Belluccio
