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mercoledì, 20 Novembre, 2024

MILANO CROLLA, TRA VORAGINI ED ESONDAZIONI. Ma il Comune non risponde, e zittisce il contradditorio

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Ieri mattina le forti piogge cadute su Milano in poche ore hanno di nuovo causato il riemergere delle difficoltà interne del Comune di Milano legate ai problemi del maltempo. È esondato il Seveso: una piena più leggera di quella dello scorso 8 luglio, rimasta contenuta al quartiere di Niguarda, e defluita poi grazie all’apertura dei pozzetti e dei tombini, oltre che con l’ausilio dei mezzi Amsa. Per precisione, le esondazioni sono state due: la prima alle 2:40 e la seconda verso le 8:30.

Un altro problema, questo inedito, è la voragine di 12 metri di profondità e 6 di diametro apertasi in corso di Porta Romana, in pieno centro. Il terreno sottostante è ceduto facendo sprofondare all’interno i lastroni del pavé e alcuni pezzi di marciapiede. Il Comune è intervenuto con i vigili a transennare l’area, ma nessuna notizia è stata ancora fornita sulle cause di questo cedimento. Che il manto stradale possa sprofondare di ben 12 metri in pieno centro, in una via storica oltre che frequentatissima di Milano, non è cosa di cui stare sereni: quanti altri tratti di strada, quante vie del centro versano nelle stesse condizioni? Cosa intende fare il Comune per evitare che ciò succeda di nuovo?

In attesa delle risposte sul cratere in centro, facciamo un passo indietro a quelle che il Comune ha tentato di dare sul problema Seveso. Ironia, o meglio sarcasmo, della sorte, proprio venerdì sera si era tenuta un’assemblea pubblica nel quartiere Niguarda proprio sulle esondazioni del Seveso. Presente tutto lo stato maggiore della sinistra milanese, che in Zona 9 ha ben saldo il suo storico feudo: la vicesindaco Lucia De Cesaris, assessore all’Urbanistica, Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e Protezione Civile nonché  abitante di Zona 9, Pierfrancesco Maran, assessore alla Mobilità, Beatrice Uguccioni, presidente del Consiglio di Zona 9, Marco Villa, presidente di Zona 2, e una sfilza tra presidenti di commissioni e consiglieri delle Zone 2 e 9. Presenti anche i tecnici di Aipo e Regione Lombardia.

Fin dall’inizio dell’assemblea è stato chiaro che i cittadini non intendevano bersi, dopo tutta l’acqua del Seveso, anche le manfrine politiche di questa pletora di politici in gita. Gli interventi degli assessori sono stati continuamente interrotti dalle domande di alcuni cittadini, che non risparmiavano le loro critiche alla gestione dell’emergenza e soprattutto della ripulitura del fango dalle strade. Imbarazzati gli assessori e i presidenti si sono alternati più che rispondendo attaccando i cittadini e le loro proteste poco gradite.

Un’idea però di come era organizzata veramente l’assemblea è arrivata quando ha tentato di intervenire la consigliere di Zona 2 Silvia Sardone, chiedendo risposte concrete sui problemi dei cittadini. La vicesindaco in persona ha preso il microfono accusando la consigliere di essere un agitatrice politica, intimandole di smetterla di parlare e di uscire dalla sala. Sardone insieme ad altri consiglieri di Forza Italia non è uscita, ricevendo le minacce di tutti i militanti PD e Sel presenti: fascista è l’unico insulto che si può riferire.

Nonostante tutto ancora successivamente durante la riunione, la vicesindaco De Cesaris ha strappato di forza il microfono a un consigliere 5 stelle di Zona 9 che chiedeva il perché, nonostante il problema delle esondazioni sia causato dalla eccessiva cementificazione, il Comune continuasse a costruire proprio nel quartiere di Niguarda. La De Cesaris imbufalita gli ha tolto la parola e ha urlato che non avrebbe risposto di questioni politiche in quella sede ma solo sulle segnalazioni dei cittadini.

Che il Comune abbia bisogno di organizzare un’assemblea pubblica per chiedere ai cittadini dove pulire le strade o capire le problematiche dei cittadini che hanno un fiume che gli entra in casa, è forse più grave del rifiuto a qualsiasi trattazione politica dell’argomento. L’arroganza della sinistra nel gestire l’emergenza dopo anni di campagna elettorale su questo problema è quantomeno inconcepibile.

Tra voragini ed esondazioni quindi, l’unica risposta del Comune finora è stata un’assemblea pubblica dove l’arroganza muscolare della presenza territoriale è stata la vera ragione di un teatrino inutile e triste. Questo mese di maltempo ha messo in luce gli atteggiamenti veri di questa giunta verso i cittadini che dovrebbe amministrare.

Gabriele Legramandi

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