Un’altra storia da narrare con una certa indignazione, succede a Milano una signora abitante in una delle tante case popolari in periferia chiede un cambio alloggio per il suo peggioramento fisico e consegna la sua richiesta scritta all’ufficio competente del Comune di Milano.
Dopo aver atteso invano per un lungo periodo di silenzio totale, si attiva per sollecitare una risposta e scopre che la sua pratica non si trova, non vi è traccia, forse si è persa su una delle tante scrivanie.
Non solo la signora deve affrontare quotidianamente disagi, elemosinare risposte che non arrivano, carte che sembrano svanite, ma continuare ad aspettare ciò che di diritto le aspetta, sentendosi ancora più emarginata dalla cieca burocrazia.
Come potrà far valere i propri diritti contro da tale leggerezza e parliamo di disabili o simpaticamente diversamente abili, quindi di una categoria per cosi dire protetta, come è possibile che ciò avvenga, e che siano sempre le persone più deboli e indifese a subire tali soprusi.
Più di tutto ci viene voglia di chiedere alle Istituzioni se tali situazioni siano veramente il segnale che il senso civico non esiste più, lasciando il posto a chi nella nostra bella Italia detiene il primato di pasticcione menefreghista senza cuore.
Maddalena Zarcone – MDP