I fatti: il comune di Milano decide di puntare i vostri soldi sul turismo omosessuale. Il modo migliore che trova per questa nobile scommessa è creare una app. Questa app mette in mostra i luoghi più interessanti per il target del comune, in alcuni fa avere degli sconti, in altri no, ma comunque li garantisce. Cosa garantisca è ancora oscuro a chi scrive, ma deve essere una della sue numerose lacune. L’accoglienza della comunità LGBTI (questo acronimo si è arricchito di “intersessuali”. Per favore scrivete nei commenti di cosa si tratti, io lo ignoro. Credo sia quella particolare perversione che ti porta a tifare una squadra di extracomunitari posseduta da un Indonesiano. Ma non ho certezze in merito.) non ne è stata contenta. Due i problemi: 1) non è stata coinvolta 2) mancano i locali per scambisti, le saune e gli altri luoghi di intrattenimento sessuale. Insomma i posti divertenti.
Il commento: questa volta non ci sono dubbi, gli LGBTI hanno ragione in toto. Anche, se, in fondo in fondo, qualche critica ai loro motivi si può muovere. Vediamole con ordine:
1) “Non ci hanno consultati”. Ma va? Ma davvero credete di interessargli come PERSONE? A quella gente per cui il primo e più insidioso nemico è l’individuo? Voi non esistete come singoli con interessi e passioni, siete solo simboli, quando vi va bene, masse negli altri casi. Pertanto questa app non vi riguarda affatto come uomini o donne (sì, sono limitato, per me “Uomo e Donna Dio li creò”). No, questa app serve per i flussi. Quelli turistici. E quelli interessano perché spendono e sono tassabili. Voi, poveri individui portatori di interessi siete largamente irrilevanti. Mentre i flussi possono essere modellati, incanalati e selezionati. In questo caso si scelgono quelli che spendono in centro, non hanno pulsioni difficili da spiegare alla Curia, vogliono una famiglia, un cagnolino, magari adottano e sono perfetti in foto. Si curano tantissimo dell’aspetto, quasi in modo maniacale, rispondono ad ogni pregiudizio radical chic, spendono molto e pagano tutte le tasse impostegli in cambio di diritti a palate. Non hanno difetti evidenti. Insomma li puoi sbattere in faccia alle Sentinelle in Piedi e dire “vedete loro sono perfetti, voi siete solo umani”!
2) Poi però i nodi vengono al pettine. Una guida per esseri perfetti serve, per definizione, ai perfetti e agli aspiranti tali. Agli esseri umani non è particolarmente utile. Di fatti, la prima e più dura critica è: “mancano i posti divertenti”. Risposta “Il Comune non incentiva il turismo sessuale né gay né etero”. Perché scompiglia i capelli, ti fa venire male in foto e poi mi rende più difficile sbatterti in faccia alle Sentinelle, che son due ore che mi dicono che siete umani come loro. E io, radical chic certificato, gli umani non li difendo. Sono brutti, sporchi ed a volte cattivi. Io difendo le icone, le cose e a volte le idee. Mai gli individui. Quindi, per favore, tornate ad essere cose che qui stiamo lavorando.
In sintesi, voi avete ragione per il motivo sbagliato. Vi stanno trattando come cose. Non come persone, il problema non sono le saune, è la vostra stessa natura di essere unici e pensanti, di portatori di interessi e di individui ad essere minacciati. Siete numeri per loro, ed essere trattati da numeri è il primo passo per cessare di possedere i diritti fondamentali pensati per ogni uomo e donna. E ricordate, il primo che si perde è quello di protestare. Quindi, vi porgo un modesto suggerimento:
La prossima volta che vedete della gente in piedi ed in silenzio a leggere in nome del diritto di parola, lasciate perdere i Centri Sociali ed i contestatori di professione, ed unitevi a loro. Queste Sentinelle vi vedono come persone. Gli altri come numeri. Non c’è dubbio su chi difenda davvero i vostri diritti.
Luca Rampazzo