MILANO, CHIUDONO LE CIVICHE: TOCCA ALLA MANZONI. Genitori e opposizione all’attacco: “Inaccettabile, è la caporetto della cultura”
Un altro dei gioielli storici in mano al Comune di Milano sta per chiudere, o nel migliore dei casi passerà allo stato: parliamo delle scuole civiche paritarie di Milano, finite nel mirino della squattrinata giunta Pisapia. Oggi si deciderà il destino della scuola media Manzoni di piazza XXV aprile, la Giunta dovrà definitivamente prendere una decisione sulla sua chiusura o sulla apertura delle nuove iscrizioni a settembre.
In una infuocata seduta, mercoledì scorso a Palazzo Marino l’assessore all’istruzione Francesco Cappelli ha incontrato i genitori della media Manzoni e i rappresentanti del consiglio di Zona 1. Compatti, genitori e consiglieri (con Donatella Capirchio, presidente commissione Educazione PD) hanno chiesto all’assessore e all’amministrazione di tenere aperta la scuola e riaprire le iscrizioni per una nuova classi il prossimo anno. Una nuova prima classe in particolare, che possa costituire se non altro un ulteriore anno di riflessione per la Giunta, chiede la Capirchio, forte di 4 mozione approvate all’unanimità dal Consiglio di Zona 1. In aula anche i genitori della scuola San Giusto, primaria civica che l’anno prossimo passerà all’interno dell’istituo statale Manara-Lamennais, anch’essi “seriamente preoccupati” delle ricadute che questo passaggio potrà comportare sulla qualità didattica.
I genitori della Manzoni, agguerriti, danno battaglia e mostrano i numeri: “Senza nemmeno aver fatto l’open day – dice un genitore – come nelle altre scuole, come avevamo chiesto, sono state raccolte finora 42 preiscrizioni”, poi annuncia un “open day indipendente nei prossimi giorni”, con il quale i genitori si impegnano a difendere la scuola. “Come si puo’ a gennaio, con le richieste di iscrizione gia’ arrivate, chiudere una scuola aperta da 50 anni senza nemmeno un progetto per ricollocare i docenti?”, ha detto un altro genitore, “Non e’ quello che il sindaco Pisapia aveva scritto nel suo programma elettorale, dove si parlava di ‘sperimentare e innovare’ nelle scuole di Milano. Abbiamo incontrato diverse volte l’assessore Cappelli e non abbiamo mai potuto fare presenti le nostre ragioni”, dice un altro. Infine giunge la risposta dell’assessore Cappelli: “Decidera’ venerdi’ la giunta: valuteremo gli elementi che abbiamo a disposizione e prenderemo una decisione”, ha spiegato. Intanto si apre il caso politico, e la presidente della commissione Cultura Paola Bocci del PD chiede un “approfondimento” con l’assessore prima della scelta di giunta: “Noi vogliamo approfondire alcuni aspetti, in questi due giorni ci incontreremo con l’assessore”, spiega Bocci. Le classi della scuola media del Teatro alla Scala invece, ospitati nello stesso edificio di piazza XXV aprile, verranno spostati in una struttura più vicina al teatro.
Un altro pasticcio civico è quello della primaria San Giusto, i cui genitori, nella stessa commissione di mercoledì scorso, esprimono forti preoccupazioni. Il passaggio della scuola all’interno del complesso statale Manara-Lamais dovrebbe avvenire infatti mantenendo le specificità della scuola, ma questo non sarebbe ben accettato dagli “ospitanti”: “Il consiglio d’istituto del complesso statale Manara ha manifestato contrarieta’ all’ingresso della nostra scuola mantenendo la nostra specificita’ e chiede addirittura lo spostamento della sede”, ha detto la presidente del consiglio di circolo. Inoltre “la convenzione con il ministero, in cui fissare le garanzie che ci ha promesso, deve essere firmata entro marzo, e ancora non e’ stata scritta: temiamo di avere lottato per un anno per nulla”.
Le scuole civiche di Milano sono un istituto storico e di rilevanza sempre cruciale per la città, fondate addirittura nel 1861, dall’allora assessore Carlo Tenca, comprendono il liceo linguistico Manzoni, il P.A.C.L.E., media e linguistico della Scala, media Manzoni e primaria san Giusto. Nell’anno scolastico 2011/2012 sono costate al Comune 12 milioni di euro: 1,5 milioni per la San Giusto, 888mila euro per la media Manzoni e 284mila per la media della Scala, 649mila per il linguistico della Scala. Sopravvissute 150 anni cadono anche loro sotto i colpi di forbice della giunta Pisapia. Cappelli spiega che questa azione segue l’orientamento della Giunta ad un “progressivo disimpegno, anche a causa della riduzione delle risorse, per i percorsi di istruzione formale dove il ruolo dell’amministrazione e’ stato suppletivo a percorsi non previsti in ambito statale, come il liceo linguistico, o di sperimentazione, come nella scuola primaria e secondaria di primo grado”. Il “mantenimento dell’organico” dei docenti, in particolare, è “uno degli aspetti piu’ problematici nella gestione delle scuole civiche”: per mantenerlo, spiega l’erede di Tenca, il prossimo anno “sarà necessaria la nomina di 24 docenti a tempo determinato, fatti salvi collocamenti a riposo o passaggi allo Stato non programmati e le necessità di supplenti per sostituzioni” quindi “la copertura parziale del turn-over non può che andare a scapito della dimensione del servizio o della qualità”. Dietro queste decisioni però sta l’intenzione del Comune di “concentrare impegno e risorse” per l’istruzione nei prossimi anni su altre destinazioni: l’istruzione degli adulti e la riqualificazione professionale, il supporto alle “fasce piu’ deboli della popolazione” e agli stranieri, gli interventi contro l’abbandono scolastico nella fascia dell’obbligo.
Queste le motivazioni della Giunta, alle quali fanno subito eco le proteste dell’opposizione: “Questa amministrazione sta facendo tutto il contrario di quanto aveva sostenuto e si prende gioco dei genitori” attacca Mariolina Moioli, Milano al Centro, ex assessore in giunta Moratti, “è inaccettabile”. Manfredi Palmeri, gruppo misto a palazzo Marino, parla di una “caporetto” per la giunta di sinistra: “Sul campo dell’educazione e dell’istruzione siamo alla Caporetto della Sinistra che governa Milano. IL PD ricordi che cosa aveva detto alla Città e chiesto al Sindaco su questo tema… L’errore è stato anche quello di nascondere la realtà, perché eravamo pronti a dibattito coraggioso e scelte magari dolorose, ma non certo in questi termini”. Poi ironizza: “Pisapia da candidato Sindaco aveva garantito di volere ‘sperimentare e innovare’. Nei fatti sta sperimentando sì ma quale sia il modo migliore per sfasciarle…”. Quindi conclude: “non possiamo accettare l’incapacità di chi rompe senza costruire, l’inaffidabilità di chi a parole dice una cosa e nei fatti compie l’esatto opposto, l’arroganza di chi non si è confrontato nel merito con le diverse realtà, a partire dalle famiglie e dagli insegnanti”, così Manfredi Palmeri.
Oggi ci sarà quindi la decisione della Giunta su questa istituzione di storica eccellenza per la città di Milano. Nonostante le loro stesse intenzioni l’accetta arancione sta per cadere su un altro pezzo della Milano migliore, e anche su le famiglie dei bambini e degli insegnanti legate alle scuole civiche. Un’altra eredità che la giunta Pisapia lascerà ai milanesi.
Gabriele Legramandi