Se errare humanum est, perseverare autem diabolicum la giunta Pisapia e in particolare l’assessore al Bilancio Francesca Balzani scivolano una volta di più proprio verso il diabolicum. Già conosciamo le vicende del bilancio di previsione 2013, la cui approvazione è arrivata solo a novembre dello scorso anno, con la necessità di un assestamento già a dicembre per la mini-Imu. Quest’anno le promesse di un iter diverso, europeo, più veloce, e migliore, che portasse all’approvazione del bilancio entro marzo, si sono infrante sullo scoglio ancora dell’Imu, trasformato in Tasi.
Il metodo è sempre il solito: la nostra giunta costruisce castelli su promesse del governo tanto sbandierate quanto improbabili, il governo cambia idea (o cambia lui proprio) e tutto il bilancio deve essere rinviato e rivisto. L’assessore Balzani aveva annunciato per quest’anno un iter di bilancio più veloce e trasparente, con una prima discussione su un documento programmatico da svolgersi entro e non oltre il 14 febbraio 2014, per poi discutere e approvare in Aula entro fine marzo il bilancio definitivo. Così non è e non sarà.
Nessuna discussione infatti c’è stata entro il 14 febbraio. Il presidente del Consiglio Comunale Basilio Rizzo, preoccupato e forse infastidito dal mancato rispetto dell’appuntamento promessogli dalla Balzani proprio a san Valentino, ha preso carta e penna e ha scritto una lettera all’assessore, chiedendo le motivazioni. La risposta è giunta lunedì 24 febbraio, e acclara la recidività di questa Giunta.
“I recenti accadimenti che hanno interessato il Governo – spiega l’assessore Balzani nella lettera di risposta – hanno impedito che il Consiglio dei Ministri assumesse nei tempi attesi il provvedimento di disciplina della nuova Tasi, così come definita nell’ambito del negoziato che si è svolto con l’Anci”. In particolare l’accordo prevedeva la compensazione per i Comuni della differenza di gettito in entrata causata dal passaggio dall’Imu alla Tasi, contestualmente alla predisposizione dei mezzi necessari alle detrazioni. “La mancata adozione – continua l’assessore nella lettera – dell’atto normativo, che doveva recepire tale intesa, rende impossibile la definizione dei bilanci comunali lasciando prive di disciplina le coperture e le detrazioni”.
In sostanza il bilancio è rinviato a data da destinarsi, e la colpa sarebbe del governo. La lezione, quindi, non è servita, e dopo che solo un mese fa i cittadini milanesi sono dovuti andare in posta a pagare un’altra rata di Imu ad hoc per Milano, ora già a febbraio la Giunta opera con gli stessi metodi. Aspettando che il governo approvi questa agognata compensazione della Tasi il Comune tirerà a campare con la spesa ordinaria, ragionando in 12esimi di bilancio.
“Non appena il nuovo Governo sarà operativo, sarà utile sollecitare una pronta soluzione che ci consenta di riprendere nel tempo più celere possibile il nostro percorso di bilancio”, questa dovrebbe essere una rassicurazione con cui l’assessore Balzani conclude la lettera indirizzata a Basilio Rizzo, ma suona come un’altra presa in giro. La strategia rimane infatti quella di addossare tutte le colpe al governo, ai suoi ribaltoni o ai suoi ripensamenti, quando invece il ver
o obiettivo è tirare a campare per risparmiare il più possibile, piangendo in giro per la città la carestia a cui Roma costringe le casse di Milano.
Riccardo De Corato, vicepresidente comunale di Fratelli d’Italia, rivendica il suo ruolo di “Cassandra”: “L’avevo detto a metà novembre in Consiglio, è a verbale, che l’assessore Balzani stava prendendo in giro la maggioranza, l’opposizione e soprattutto i milanesi”. “Finirà – continua De Corato – come nel 2013: ci ridurremo a discutere il bilancio in autunno inoltrato e intanto l’anno passerà ragionando in dodicesimi e piccole priorità, senza una progettualità degna di una grande città come Milano. Gli Arancioni scaricano la colpa di questa clamorosa inefficienza sul governo, che non ha assunto nei tempi attesi il provvedimento di disciplina della nuova Tasi. Cosa che si sapeva mesi fa”. Questa l’opinione di Riccardo De Corato.
Quello che ci aspetta quindi è un altro anno di bilancio incerto e trascinato fino all’ultimo, con contestuale piagnisteo di rito, usato come carta da giocare quando vengono chiesti interventi seri e quindi costosi. Tutta questa confusione e questo ritardo senza scadenze può essere determinato da una certa distrazione dell’assessore, che, genovese, sembrava interessata addirittura ad una candidatura in regione Liguria. A conferma di ciò, la sua attività e le relative polemiche riguardo alle primarie per il segretario ligure del Partito Democratico. Il bilancio milanese sembra essere di scarso interesse, quindi, per l’ambizioso assessore genovese in trasferta a Milano.
Stesso copione a cui abbiamo già assistito con Bruno Tabacci, che dopo 1 anno e mezzo e molti buchi si è dimesso da assessore al Bilancio per partecipare alle primarie nazionali del centrosinistra, certo non dopo aver svenduto le quote di SEA a Gamberale. L’anno scorso è finita con la mini-Imu, tanti aumenti e poche infrastrutture realizzate; quest’anno i presupposti non sono migliori. Quand’è che i milanesi avranno un assessore al Bilancio che penserà alle loro tasche più che alle proprie?
Gabriele Legramandi